Troppe foto di bambini sui social: «Genitori, serve responsabilità»

Il dibattito Spesso sono postate senza pensare alle conseguenze. Moretti: «Serve il consenso di entrambi». L’avvocato: «Rischio di abusi»

Troppe foto dei bambini sui social, per i giudici prima di pubblicare serve il consenso di entrambi i genitori.

Alla luce di una recente sentenza che ha coinvolto delle coppie di genitori separati, il governo promette di studiare misure per garantire maggiori tutele per i minori. La diffusione di immagini sui social network, quando l’obiettivo è puntato sui bambini, diventa una faccenda assai delicata.

Mamme e papà sono investiti della responsabilità genitoriale, ma l’interesse, la volontà e la dignità del minore vanno sempre rispettati. Inutile ricordare che foto e video online possono finire su bacheche estranee, esponendo i bambini a pericoli concreti. Sedicenti agenzie possono utilizzare le immagini a fini pubblicitari, senza dimenticare il rischio rappresentato dalla pedopornografia.

Utilizzi ignoti e rischi

«Sono d’accordo, serve il doppio consenso – dice Valerie Moretti, psicopedagogista comasca da anni al lavoro su queste tematiche – ritengo che i genitori debbano pensare molto bene se e quando postare foto dei loro figli sul web. Il web è una realtà parallela. Se mamme e papà in questo mondo inseriscono contenuti personali dei figli, questi da grandi si troveranno a scoprire una parte di loro stessi già caricata online. Meglio lasciare che da più grandi decidano da soli cosa condividere. Piuttosto accompagniamoli in questo processo, prepariamoli».

Moretti ogni volta che entra come educatrice nelle scuole, ascoltando gli alunni delle elementari e delle medie, in ogni classe incontra dei ragazzini che raccontano problemi con foto e video online. Studenti che avrebbero preferito non vedere quella determinata loro immagine sul web, pubblicata però dai genitori.

«Sentirsi in pericolo per una foto pubblicata ci dà la misura di quanto sia selvaggio il web – commenta la pedagogista comasca Laura Romano – e purtroppo è vero, è così. Vedere su Facebook il volto del proprio figlio può non essere affatto piacevole, soprattutto negli ambienti più intimi, protetti. Asili e scuole non a caso domandano la liberatoria oppure oscurano i volti. Mi domando però, a parte il doppio ragionevole consenso, come si faccia poi nel pratico a controllare, a tutelare, ad evitare la diffusione delle immagini online». Rimuovere i contenuti dai social è un’operazione a volte molto complicata.

Norme da cambiare

«Come avvocato è capitato anche a me di seguire casi simili – racconta Maria Dominique Feola, docente di Diritto familiare all’università dell’Insubria – Per esempio una madre molto arrabbiata con la compagna del padre per una foto del figlio finita online. Il problema della tutela dell’immagine dei minori e della sua riservatezza è rivolto anche contro gli stessi genitori. L’immagine del bambino potrebbe essere sfruttata economicamente, oppure entrare in contesti pornografici. Inoltre occorre ricordare che i minori vanno tutelati fino al compimento dei 18 anni. Ma già a 16, se non prima, tutti hanno profili Instagram e Tik tok ed entrano in contatto con contenuti potenzialmente molto lesivi. O anticipiamo la maggiore età sulla rete, oppure dobbiamo normare in maniera molto massiva il web».

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