Franco, morto per strangolamento in Moldavia: l’ultima telefonata pochi istanti prima della morte

L’indagine Per il figlio papà aveva una voce strana, come se avesse pianto. Nessuno dei familiari immaginava che il loro congiunto fosse in Moldavia

L’ultima telefonata tra il figlio e Franco Bernardo, 62 anni, strangolato e ucciso nella serata del 31 maggio in Moldavia, sarebbe proprio della sera stessa del delitto, intorno alle 21. Gli atti sono coperti dal segreto istruttorio e poco – anzi nulla – si sa delle indagini che sono in corso condotte dalla Procura di Roma e dai Ros, eppure pare che il figlio avesse notato una voce strana del genitore, un po’ roca, quasi come se stesse piangendo o trattenesse le lacrime. È solo una ipotesi, forse una suggestione successiva all’essere venuti a sapere di quanto accaduto poco dopo, ma senza dubbio anche questo è un elemento che è sul tavolo degli inquirenti.

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Il mistero del viaggio in Moldavia

Assieme al mistero – che rimane fitto – sul perché del viaggio del signor Franco in Moldavia, patria della sua compagna con cui vivevano a Cerano Intelvi. Cosa era andato a fare, il sessantaduenne cresciuto tra Lipomo e Tavernola, a Soroca, sul confine con l’Ucraina? Per quale motivo doveva incontrare i parenti della sua compagna, donna moldava di 55 anni che aveva conosciuto in quanto collega di lavoro in un hotel del centro? E ancora, perché di quel viaggio pare che nessuno sapesse niente? Già, perché in queste ore sono state tante le ipotesi emerse, si era anche parlato di un viaggio per motivi legati al cambio di un’auto. Ma in famiglia, tra i parenti rimasti a Como, nessuno sapeva che Franco – mentre sollevava il telefono per quell’ultima telefonata con il figlio – era in realtà in Moldavia.

I parenti pare che credessero fosse via per lavoro, in Sardegna, ma non a Soroca dove invece si trovava in compagnia della donna con cui viveva sui monti del Lario.

I segni di strangolamento

Il figlio, i fratelli, la moglie, vogliono ora chiarezza. Vogliono avere riposte su quei segni da strangolamento che Franco aveva al collo, notati dal medico legale del Sant’Anna cui è stata affidata la seconda autopsia – disposta per rogatoria dalla Procura di Roma – dopo che già in Moldavia l’anatomopatologo aveva evidenziato un decesso per asfissia meccanica. La compagna e almeno un altro parente, da quanto è stato possibile ricostruire, sarebbero indagati anche dai magistrati del paese dell’Est.

Il decesso sarebbe avvenuto pochi minuti dopo quell’ultima telefonata con il figlio, ma l’accaduto sarebbe stato comunicato alla famiglia solo in seguito con una telefonata anomala – con una voce di donna, in arrivo dalla Moldavia – da parte di una signora che non si sarebbe nemmeno presentata, dicendo solo che Franco era morto. Misteri – tanti – su cui si spera che la procura di Roma e i carabinieri della sezione del Ros attiva per reati sugli italiani all’estero, riescano a fare luce.

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