“Furto” di infermieri? Pochi professionisti e molte richieste

L’emergenza Dopo l’ultimo caso dei dieci professionisti che hanno lasciato il Valduce. Chindamo, presidente dell’Ordine: «Dopo anni all’ospedale, io ho scelto la libera professione»

Gli infermieri sono pochi, e così tanti sanitari oggi fanno i confronti sugli stipendi e scelgono il miglior offerente. Una decina di infermieri del Valduce hanno dato le dimissioni dal Pronto soccorso dopo aver vinto il concorso pubblico aperto al Sant’Anna dall’Asst Lariana. Un passaggio che per il primo ospedale non è indolore perché ora entro il prossimo mese il reparto di emergenza urgenza, dove gli equilibri sono già delicati, deve coprire il grande vuoto che si è creato nell’organico.

Vicinanza

«Il fatto purtroppo è sempre quello: la coperta è corta – spiega Giuseppe Chindamo, il presidente dell’Ordine degli infermieri di Como – siamo troppo pochi e veniamo contesi dai vari presidi. Non ci sono a mio parere ospedali di serie A o di serie B. Anche al Pronto soccorso del Sant’Anna in passato è capitato di avere vuoti d’organico. I motivi per cui gli infermieri si spostano possono essere tanti. La vicinanza a casa, la voglia di lavorare in strutture più grandi, oppure al contrario i posti più tranquilli. Molti di noi di recente sono andati a Monza perché là hanno aperto un nuovo bando. In generale, è brutto dirlo, ma oggi noi infermieri possiamo permetterci di calcolare i centesimi e andare dove più ci conviene».

La Svizzera è attrattiva perché paga meglio, ma spesso vince anche la libera professione e il privato. «Io stesso da poco tempo dopo tanto impegno al Sant’Anna ho scelto la libera professione – dice Chindamo – ci sono più opportunità, detto che in ospedale mi sono trovato benissimo. Però ognuno fa i suoi conti. Purtroppo questa carenza di sanitari è destinata a perdurare per parecchi anni. I laureandi sono pochi, mentre i pensionandi sono tanti».

C’è un calo nelle iscrizioni nei corsi di laurea di infermieristica pari in media al 10%. «La prospettiva per i prossimi anni è ancora più negativa – commenta Dario Cremonesi, ex presidente degli infermieri comaschi ancora membro del direttivo – non è bastato il grande piano di assunzioni avviato durante la prima fase del Covid. Ora assistiamo a tanti travasi di personale tra ospedali, privati e libera professione. Il concorso pubblico può offrire maggiore stabilità, ma tanti fanno ragionamenti assai diversi. Di sicuro per esperienza posso dire che perdere dieci infermieri in blocco da un Pronto soccorso è una fuoriuscita esorbitante, davvero difficile da rimpiazzare».

Essenziale

Ma un reparto di emergenza urgenza non può chiudere, è un servizio essenziale ed infatti il Valduce sta già correndo per trovare altro personale. «Tutte le aziende ospedaliere stanno aprendo concorsi – spiega Monica Trombetta, infermiera membro del direttivo dell’ordine comasco e rappresentante sindacale di Nursing Up – di recente anche nel sud Italia, a Napoli o a Palermo, con diversi colleghi che tornano nei paesi d’origine. Ma per restare a Como città ho visto anche passaggi nella direzione opposta, dal Sant’Anna al Valduce. Come già detto il vero problema è che la coperta è corta. Noi infermieri siamo troppo rispetto al fabbisogno complessivo».

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