Gaetano Banfi, tragedia senza giustizia. Dopo quattro anni il processo è rinviato a dicembre

La storia Tre cambi di giudice hanno rallentato la ricerca della verità sull’incidente mortale. Udienza a dicembre invece che fra un anno solo perché un giudice si è messo la mano sul cuore

Ci sono ferite che non ne vogliono sapere di rimarginarsi. La morte di Gaetano Banfi, il giovane di Rebbio travolto e ucciso da un’auto nell’ottobre del 2019 è una di queste. E non aiuta il fatto che, quando saranno ormai passati quattro anni da quella tragedia, non avremo ancora l’esito del processo quantomeno di primo grado.

È questa l’amara considerazione al termine di una settimana, quella che si è appena conclusa, che ha registrato l’ennesimo rinvio ad una data futura, dopo che l’ultimo – nel giugno del 2022 – era stato addirittura di un anno. Questa volta il rinvio è stato più breve, di “soli” sei mesi, solo grazie ad un giudice che si è messo la mano sul cuore assumendosi il fascicolo e dimezzando i tempi di attesa che altrimenti sarebbero stati di un ulteriore anno, con il rinvio al giugno del 2024.

Non può essere questo il cammino della giustizia, anche se su questa vicenda si sono inserite variabili che hanno costretto ad un triplo cambio di giudice – obbligato – che ha di fatto reso inevitabile questo stato dell’arte. Non è giusto però che si rimanga sospesi così anche per l’imputato, che c’è e che vede la propria condizione sospesa da anni. Ricostruiamo però questa vicenda sanguinosa da qualsiasi parte la si voglia guardare. Era l’alba del 20 ottobre 2019 quando, in una mattina di pioggia, Gaetano Banfi, giovane di 22 anni, dopo una serata trascorsa con delle amiche, stava rientrando a casa. Aveva dimenticato le chiavi. Così, al posto di rincasare subito e disturbare in questo modo la madre che ancora dormiva, aveva scelto di allungare il tragitto, rimanendo in giro ancora un po’. Minuti che gli risultarono fatali, perché all’altezza del sottopassaggio di via Clemente XIII, fu investito e ucciso.

L’accusa di omicidio stradale

Gli uomini della squadra Mobile presero in carico le indagini arrivando ad un sospettato, Stefano Piccolo, trentenne di Cassina Rizzardi, accusato dalla Procura di essere alla guida dell’auto che non si accorse del corpo di Gaetano (già steso a terra) travolgendolo. Ferite che ne causarono il decesso. L’unico imputato – che in tutti questi anni si è sempre dichiarato innocente e che è assistito dall’avvocato Andrea La Russa – era così finito a processo. Una vicenda in cui la parte civile, la famiglia della vittima (rappresentata dall’avvocato Pierpaolo Livio), non si era costituita chiamandosi fuori dopo il risarcimento ma decidendo comunque di essere presente a tutte le udienze.

Nel giugno del 2021 si apri così il processo con i primi testimoni in aula. Il problema, oggi che siamo nel giugno del 2023, ovvero due anni dopo e a quasi quattro dall’incidente, è che siamo ancora a quello stesso punto.

Giudice cambiato ben tre volte

Un primo cambio di giudice portò il rinvio da dicembre a giugno. Un secondo cambio di giudice, nel giugno del 2022 rinviò il processo al mese di giugno 2023. E questa settimana abbiamo appreso che un terzo cambio di giudice (tutti, ripetiamo, per motivi inevitabili, ma poco cambia) avrebbe di nuovo spostato tutto a giugno del 2024. Alla fine un magistrato ha deciso di provare ad interrompere questo inaccettabile stato delle cose, assumendosi lui il fascicolo e inserendolo nel proprio calendario delle udienze accorciando i tempi di almeno sei mesi. Comunque, quando l’ultimo testimone sarà sfilato dall’aula – nel dicembre di quest’anno – dalla morte di Gaetano saranno passati già quattro anni. E siamo al primo grado.

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