Gli interisti sono partiti per Istanbul anche in auto, la Como nerazzurra verso la finale di Champions

La finale I costi proibitivi dei voli hanno spinto molti tifosi a mettersi al volante pur di non perdersi la partita. Sale l’entusiasmo: «Il City? Non abbiamo nulla da perdere. Sfide come questa sono emozioni straordinarie»

I nerazzurri comaschi sono in partenza per la finale di sabato.

Per l’Inter la gara di Istanbul è un appuntamento con la storia. Contro il Manchester City la squadra milanese ha di nuovo l’opportunità di conquistare una coppa che manca da tredici anni, dai tempi dell’indimenticato triplete. E così tanti comaschi, tifosissimi, stanno in queste ore prendendo l’aereo.

Cifre inimmaginabili

«Non solo l’aereo a dire la verità – racconta Enrico Bello, presidente della Libertas nonché dell’Inter club Como neroazzurra – I voli hanno raggiunto cifre inimmaginabili. Per cui c’è chi si sta organizzando per partire da altri scali, da Sofia o da Parigi. Io parto da Basilea. Ho notizie di interisti partiti in macchina. Alcuni nostri soci sono scesi verso Brindisi, contando di prendere il traghetto». Cosa non si fa per la propria squadra del cuore. «È così – dice ancora Bello – sull’Inter a inizio anno non ci avrebbe scommesso nessuno e invece ci siamo. Abbiamo battuto anche il Milan e adesso nulla è impossibile».

È dall’Inter club di Appiano Gentile alla Pinetina che alcuni coraggiosi tifosi si sono messi al volante per raggiungere la Turchia. «Sono partiti tra i 20 e i 25 soci – racconta il vice presidente Elvis Di Turi – in auto, con il treno, ci sono club che hanno organizzato bus fino a Lione per risparmiare sui voli. Un po’ di avventura. Già i biglietti non erano a buon mercato, tutti hanno cercato di organizzarsi. Per una finale tutta da vivere e inaspettata. Dopo la bellissima vittoria da derby contro il Milan. Adesso è chiaro che la bilancia pende a favore del City. Noi però non abbiamo nulla da perdere».

Avere il biglietto per entrare allo stadio è una fortuna per pochi, quasi solo ai grandi abbonati e ai vecchi soci. A Como comunque il Ma Dai bar di Albate ha pronto uno schermo per stare in compagnia. E così anche La Ciociara di Villa Guardia.

«Sono tanti anni che seguo l’Inter per fede e per lavoro – racconta Carlo Cartacci, farmacista al lavoro a Sant’Agostino – A Barcellona, a Oporto, all’Anfield. Collaboro per ragioni professionali con lo staff dell’Inter, con i preparatori atletici in particolare. Ma commento anche come inviato per Sport Italia. Assistere a delle sfide del genere è sempre magnifico, davvero emozionante». Anche il sottosegretario Nicola Molteni vedrà dal vivo la partita.

C’è chi ha rinunciato

«Io avevo l’opportunità – racconta Andrea Bernasconi, noto per la sua attività politica e per l’incarico al vertice della Comocalor – ma tra costi e pochi posti alla fine ho dovuto rinunciare. Ma assicuro che avrei tanto voluto».

«Io pure, ma i prezzi sono davvero folli – gli fa eco Roberto Galli, presidente di Confartigianato Como – vedrò la partita a casa con un gruppo ristretto di amici. Rigorosamente interisti e molto scaramantici». Sulla finale a Como c’è chi ha preso spunto per un gesto artistico. «Io non sono un grande amante di calcio, ma penso che la finale sia un momento importante – racconta Pierpaolo Perretta, in arte Mr Save The Wall – è un fatto storico, di cronaca. L’Inter credo rappresenti tutta l’Italia, una nazione dove con il pallone non si scherza e che da anni soffre nelle competizioni internazionali. Conto sullo spirito d’appartenenza. Ho dipinto Lukaku e Lautaro come due Davide che combattono contro Haaland, un gigante Golia».

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