«Gli skaters non ci fanno dormire». Esposto dei residenti di via Mentana per il rumore

La querelle Lettera all’Arpa e raccolta firme in Comune e al comando della polizia locale. Tra i promotori il neurochirurgo Taborelli: «Gli sia concessa una pista, qui è un tormento»

Un esposto all’Arpa per il rumore eccessivo e una raccolta firme inviata, ormai mesi fa, al Comune e al comando della polizia locale. I residenti di via Mentana, le cui finestre danno sull’improvvisata - e abusiva - pista da skateboard di fronte all’ex chiesa di San Francesco, assicurano: «Non ce l’abbiamo con i ragazzi che vogliono svolgere la loro attività, ma possiamo garantire che quel rumore secco, costante, prolungato e perdurante sia di giorno che la sera, crea davvero fastidio e problemi». A parlare è Angelo Taborelli, neurochirurgo comasco, tra i promotori della raccolta firma che i residenti hanno predisposto ormai lo scorso mese di marzo. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi - sia sul quotidiano che sull’edizione web de La Provincia - è stata una settimana caratterizzata da diversi interventi, da parte della polizia locale, nello spiazzo accanto al Tribunale. In un caso quei controlli sono anche sfociati in una serie di multe da 50 euro agli skaters impegnati nelle loro evoluzioni.

Interventi figli di esposti e petizioni? «In realtà - spiega il dottor Taborelli - sono mesi che abbiamo inviato la nostra petizione. E nulla si è mosso. Vero è che questa estate ho anche inoltrato una mail all’Arpa (l’Agenzia regionale per l’ambiente ndr) per chiedere una verifica sui livelli di rumore causati dagli skateboard. In seguito a questa segnalazione, sono stato contattato dall’ufficio ambiente del Comune di Como, che mi ha annunciato l’intenzione di procedere con misurazioni e verifiche».

«Costretti con le finestre chiuse»

Il residente assicura: «Ci rendiamo conto che sembra di essere cattivi, a prendersela con dei ragazzi che vanno sullo skate. Ma posso garantire che è un rumore importante, quello che fanno. Capita anche che qualcuno arrivi alle dieci di sera e, questa estate, alcuni residenti hanno segnalato attività anche fino a mezzanotte. Di fatto - prosegue Angelo Taborelli - abbiamo passato l’estate con le finestre chiuse, per proteggerci dal rumore».

Sotto accusa non è tanto la convivenza con i ragazzi («molti sono gentili, alcuni meno» dice ancora), quanto piuttosto il problema del rumore delle ruote sull’asfalto e quei “tac” secchi durante le evoluzioni: «Spesso prendono la rincorsa utilizzando lo scivolo per disabili ai lati del Tribunale e poi saltano su improvvisate rampe. In un luogo assolutamente inadatto».

Taborelli fa un appello al neo sindaco: «Rapinese sembra una persona concreta, a lui ci rivolgiamo perché faccia realizzare una pista per skateboard attrezzata, a norma e lontana dalle case».

Questione rumore a parte, lo stesso Angelo Taborelli pone l’accento anche sulla tutela dell’ex chiesa di San Francesco: «Ricordo che anni fa il progetto per il Tribunale fu modificato perché Italia Nostra volle preservare l’edificio in quanto considerato monumento. Ora cos’è diventato? Perché le colonne sono sbeccate così come pure i marciapiedi. Tenerlo così non ha senso».

Insomma, la querelle prosegue. Mentre il sogno di una pista per skaters resta, appunto, tale.
P.Mor.

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