«Ha sottratto alla Croce Rossa 100mila euro». Chiesto il processo per l’ex presidente

L’inchiesta Matteo Fois accusato di peculato e di impiego di denari di provenienza illecita. Non ancora fissata l’udienza preliminare. La difesa: «Attendiamo di leggere le contestazioni»

L’ex commissario straordinario e presidente del disastrato Comitato di Como della Croce Rossa finisce davanti a un giudice per rispondere dei reati di peculato e di impiego di denari di provenienza illecita. La Procura ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per Matteo Fois, per anni alla guida dei volontari di via Italia Libera (nonché delle sedi di Lipomo e della Valle Intelvi) che, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato di oltre centomila euro.

Vicenda, quella dei guai finanziari della Croce Rossa comasca, finita sul tavolo della Procura dopo le inchieste giornalistiche del nostro quotidiano nei primi mesi del 2020. Lo scoppio dell’emergenza Covid ha rallentato poi il lavoro degli inquirenti, sfociato solo nelle scorse settimane nella richiesta di rinvio a giudizio per Fois e per il responsabile amministrativo del Comitato di Como Riccardo Belotti.

Le accuse

Se quest’ultimo deve rispondere di un peculato di poco superiore agli 8mila euro, l’ex numero uno ha una lunga serie di contestazioni mosse sulla base degli accertamenti compiuti dalla Guardia di finanza. Fiamme gialle che, proprio negli ultimi mesi, hanno effettuato ulteriori verifiche che hanno permesso di limare al ribasso le contestazioni a Fois, accusato - quando ricevette l’avviso di chiusura indagini - di aver sottratto una somma superiore ai 120mila euro.

Gli episodi contestati

In particolare l’ex presidente avrebbe: indebitamente intascato le differenze tra i i rimborsi spese richiesti a suo nome ad Areu e i soldi materialmente riconosciuti dall’Agenzia regionale (Fois ha presentato una nota spese di oltre 40mila euro in 5 anni, Areu ha riconosciuto solo il 10% ma l’allora commissario di Croce Rossa avrebbe trasferito l’intera somma richiesta sui propri conti); si sarebbe riconosciuto oltre 25mila euro in due anni di rimborsi per viaggi effettuati con la propria auto e spese varie, senza però presentare pezze giustificative; e si sarebbe appropriato di oltre 10mila euro in buoni pasto.

Più complesse le contestazioni relative alla gestione veicoli da parte di Fois. E in particolare: tra il 2017 e il 2018 avrebbe acquistato, pagando più del prezzo dovuto, due mezzi per la Croce Rossa. La differenza (circa 11mila euro) sarebbe stata usata per un maxi sconto sull’acquisto di una Renault Clio e un’Audi A1 per sé e famiglia.

Infine gli inquirenti contestano anche le sorti di due mezzi donati alla Croce Rossa dai vigili del fuoco. Quei mezzi, un cassonato Mitsubishi e una Land Rover Discovery, Fois se li è fatti intestare perché, a suo dire, non avevano alcun valore. Peccato che gli stessi sono stati poi venduti per 13mila euro uno e 6mila euro l’altro alla società Fratelli Bega costruzioni, la stessa che aveva ricevuto l’incarico dalla Croce Rossa presieduta da Fois per i lavori di costruzione della sede di San Fedele Intelvi.

Croce Rossa risulta come parte lesa delle mosse dalla Procura. E non è escluso che, il giorno dell’udienza preliminare, chiederà di costituirsi parte civile contro Fois (il cui legale, Mario Botta, ieri non ha voluto commentare preferendo attendere la lettura degli atti). La cui gestione, contestazioni penali a parte, ha creato una voragine nei conti del Comitato di Como di alcuni milioni di euro. Un rosso in bilancio che ancora pesa sulla vita e sull’attività di un’associazione che è da sempre un vanto del volontariato sanitario.

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