I Comuni e la sfida del digitale: «Sbagliato opporsi alle antenne»

Innovazione L’appello del sottosegretario alla Presidenza del consiglio Alessio Butti. «Ci chiedono connessione e servizi di qualità, ma poi non vogliono le infrastrutture»

Avvicinare le amministrazioni pubbliche alla grande sfida della digitalizzazione, facilitando il rapporto con i cittadini e le imprese. A patto, però, di accettare sui propri territori le strutture – con particolare riferimento alle antenne – per consentire questo passaggio. Si è parlato di questo ieri mattina all’incontro “PA digitale 2026, roadshow Lombardia” organizzato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri, in collaborazione con Regione Lombardia e ospitato dall’Utr Insubria.

All’evento ha partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti, che ha offerto una panoramica dei risultati raggiunti nella nostra provincia e invitato i sindaci alla massima collaborazione, per raggiungere gli obiettivi del Pnrr entro il giugno 2026.

«In provincia di Como abbiamo 147 Comuni e tutti hanno aderito ad almeno una delle misure previste dai nostri bandi, questo è interessante – evidenzia Butti – Abbiamo le risorse e vogliamo investirle. Non voglio restituire nemmeno un euro all’Europa per quanto riguarda la digitalizzazione della pubblica amministrazione, ma invito i Comuni ad aiutarci a spendere le risorse nel modo migliore. Siamo disponibili a riaprire alcuni bandi e quindi rimettere in funzione i rapporti e le collaborazioni tra il territorio e la nostra struttura. Noi abbiamo delle tappe fisse per arrivare agli obiettivi del Pnrr entro il giugno 2026, ma per fare questo abbiamo bisogno dei sindaci».

La contraddizione

E aggiunge: «Trovo abbastanza assurdo, un ossimoro, che i sindaci chiamino perché non hanno connettività e chiedano servizi di qualità e poi, quando bisogna piazzare un’antenna o un’infrastruttura, iniziano i problemi perché non vogliono l’antenna nel proprio territorio. Non ci sono evidenze scientifiche relative alla nocività di questi impianti, c’è stata una lunghissima indagine conoscitiva che ha coinvolto il mondo della sanità a livello mondiale e un’altra indagine è in corso. Aiutateci, altrimenti cessiamo questa richiesta di qualità dei servizi, perché sarebbe una contraddizione».

Tra gli aspetti evidenziati da Butti, l’importanza della carta d’identità elettronica, considerata più sicura dello Spid, da utilizzare «entro il 2026 per accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione in modo semplificato». Significativi anche gli investimenti sull’app Io e pago PA, che potranno essere utilizzati come strumenti per risolvere ad esempio le liste d’attesa per visite ambulatoriali e specialistiche.

Le sfide del futuro

Durante l’incontro, a cui hanno preso parte - oltre al dirigente dell’Ufficio territoriale regionale Insubria Mauro Visconti - anche Matteo Delli Carri e Licia Russo del Dipartimento trasformazione digitale, sono state illustrate ai numerosi sindaci presenti le buone pratiche e i modelli replicabili nei territori verso la transazione al digitale, con uno sguardo alle sfide che si presenteranno anche dopo il 2026.

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