I dati sulla violenza di genere a Como preoccupano. In 40 anni un aumento del 1000%

L’allarme Dopo Milano, Como ha il più alto indice di abusi della Lombardia. Ogni mese 35 denunce per stalking, revenge porn, violenze, maltrattamenti

Un dato, più di tutti gli altri, sintetizza in modo clamoroso quanto il tema delle violenze sulle donne sia di tragica attualità. Nel 1983 in provincia di Como vennero denunciate complessivamente 7 violenze sessuali. Certo: altri tempi, si dirà. Si denunciava molto meno e tantissimi abusi venivano catalogati sotto altre voci. Un incremento del dato, insomma, ce lo si potrebbe anche aspettare. Non fosse che quell’incremento è stato addirittura nel mille percento. Perché lo scorso anno le denunce per violenza sessuale denunciate nel Comasco è stato di ben 79 casi.

I numeri, si sa, servono giusto a dare qualche indicazione. Sono freddi, non raccontano le storie che vi si celano dietro. Ma quando i dati sono clamorosi, ecco che allora è utile non ignorarli. Ma partire da questi per fare una profonda riflessione, soprattutto a fronte dei fatti che affollano le pagine di cronaca (non da ultima l’aggressione con l’acido avvenuta ieri pomeriggio a Erba).

Tutti i dati dell’Istat

Primo dato: alla voce “violenze sessuali” l’indice di delittuosità - per usare il termine scelto dall’Istat - della provincia di Como è il più alto di tutta la Lombardia, con l’eccezione di Milano. E già questo ha del preoccupante.

Nel 2022 nel Comasco sono stati denunciati 13,3 abusi sessuali ogni 100mila abitanti. Una media leggermente più alta di quella lombarda (che è di 13,1) e decisamente più importante di quella italiana (10,7). In regione soltanto Milano ha un indice più alto di quello di Como con 18,2 casi ogni centomila residenti. In valori assoluti parliamo di 79 denunce. Solo dieci anni prima erano meno della metà.

Con l’introduzione nel 2019 del cosiddetto “codice rosso”, ovvero una procedura più rapida prevista per tutti quei reati contro i soggetti deboli (violenza sessuale, stalking, maltrattamenti, revenge porn, deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti, costrizione o induzione al matrimonio) l’Istat ha iniziato a monitorare anche tutti i reati che rientrano nella galassia degli abusi contro le donne.

In aumento anche i casi di stalking

Anche su questo fronte si è assistito a un incremento delle denunce e, di conseguenza, dei fascicoli in Procura. Gli atti persecutori, lo stalking tanto per intenderci, sono passati dagli 86 casi del 2018 ai 124 del 2021 (ultimo anno a disposizione dell’Istat) con un incremento del 44%. Con un’incidenza di 21 casi ogni centomila abitanti. Meno marcato l’incremento dei maltrattamenti in famiglia: 23% con 191 denunce formalizzate nel corso del 2021. Clamorosamente aumentati in termini percentuali - ancorché dal punto di vista dei numeri assoluti parliamo di valori decisamente più contenuti - i fascicoli aperti per il cosiddetto “revenge porn”, ovvero la diffusione illecita di immagini, o video sessualmente espliciti. Dal 2019 al 2021 l’aumento è stato del 360% con 3 denunce nell’anno in cui il reato è entrato formalmente in vigore ai 14 fascicoli dell’ultimo anno preso in considerazione dall’Istituto italiano di statistica.

Per quanto riguarda invece i dati nazionali, sul fronte violenze sessuali la Lombardia non è la regione con la maggiore incidenza di denunce. Al primo posto c’è la Liguria, seguita dall’Emilia Romagna, dal Trentino Alto Adige se, “solo” al quarto posto, la Lombardia. La regione italiana con il maggior numero di denunce per maltrattamenti in famiglia è la Sicilia, seguita da Campania e Lazio (Lombardia tredicesima). Stesso discorso per i casi di stalking: prima la Sicilia, seguita dalla Campania, terza la Puglia (Lombardia sedicesima). Infine in testa alla classifica per casi di revenge porn troviamo la Valle d’Aosta seguita dal Trentino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA