I minori stranieri? Qualcosa non torna. Como ne mantiene 315, Varese solo 32

Il caso «Siamo al completo - dice l’assessore varesino Molinari - altri posti non ne abbiamo» . Una distribuzione più omogenea aiuterebbe. Il sindaco di Olgiate: «Sì all’accoglienza diffusa»

Con una distribuzione più omogenea dei minori non accompagnati e più in generale dei profughi l’accoglienza non sarebbe un’emergenza. Como oggi si fa carico di 315 minori senza tutela, anche se la città paga per dare loro un’ospitalità, ma poi non volendo aprire centri d’accoglienza li invia in altre strutture dedicate fuori porta. A Varese però i minori presi in carico sono solo 32. Dieci volte meno. «Eppure siamo già al completo – ribatte l’assessore alle politiche sociali di Varese Roberto Molinari – Non abbiamo altri posti a disposizione. Noi gestiamo l’accoglienza tramite una cooperativa che ha altrove centri per minori. Lo Stato non può scaricare su noi Comuni i costi, dando rimborsi in grave ritardo tanto da far saltare i bilanci».

Il tavolo di coordinamento

La gestione dell’accoglienza pesa in larga parte sulle spalle della Prefettura. L’ente governativo almeno per i migranti adulti ha aperto a Sormano un centro per una cinquantina di profughi, accolti tramite cooperativa in uno stabile don Don Guanella. Sempre la Prefettura sta cercando enti che si facciano carico di aprire una struttura dedicata a una dozzina di minori senza tutori in via Cadorna, nei locali dell’Asst Lariana. È quasi pronto un centro da una ventina di posti per migranti maggiorenni in via Borgovico, nell’ex caserma dei carabinieri. Non sono però molti i soggetti in grado di rispondere a questa chiamata. A giorni comunque si attende una decisione. C’è poi la Cri di Lipomo che nella sua sede ospita una settantina di stranieri. La parrocchia di Rebbio impegnata ad accogliere i minori, come pure i Padri Somaschi e la cooperativa Questa Generazione.

«Non vorrei essere nei panni del sindaco della città di Como dove gravitano tantissimi minori senza tutela: il problema è grave. È doveroso alleviare realtà molto sotto pressione come la parrocchia di Rebbio»

E gli altri Comuni? Ad un tavolo di coordinamento al quale sedevano anche le varie agenzie sociali al lavoro nel Comasco era stato chiesto uno sforzo. «La Prefettura sull’accoglienza sta compiendo un grande sforzo ed è vero che aveva domandato a tutte le amministrazioni di fare un passo avanti – commenta Simone Moretti, sindaco di Olgiate Comasco – Ma è ovvio che i Comuni non hanno grande disponibilità di sedi. Abbiamo chiesto aiuto alle cooperative che lavorano nel settore, ma sono già al massimo delle possibilità. Se l’accoglienza fosse davvero diffusa le cose funzionerebbero meglio». Purtroppo però non è così, nemmeno per l’accoglienza dei minori non accompagnati. «Non vorrei essere nei panni del sindaco della città di Como dove gravitano tantissimi minori senza tutela – dice ancora Moretti – il problema è grave. È doveroso alleviare realtà molto sotto pressione come la parrocchia di Rebbio».

Gli appartamenti

Il modello suggerito è quello come detto dell’accoglienza diffusa. «Noi ospitiamo 700 migranti in normali abitazioni - spiega Luigi Capiaghi, il presidente della cooperativa Intesa Sociale – richiedenti asilo che ci invia la Prefettura. Fatta eccezione per il nuovo centro di Sormano, da circa 50 posti, ci occupiamo solo di accoglienza diffusa. Non è facile trovare appartamenti, ma dove siamo presenti abbiamo ottime relazioni con le amministrazioni. Abbiamo una dozzina di case anche tra Lora e Camerlata». «In generale dobbiamo attrezzarci – dice Capiaghi - perché sono in arrivo migliaia di profughi in questi giorni e nel nostro territorio ne attendiamo oltre una cinquantina. È un vero disastro. Oltre all’hub della Croce Rossa di Lipomo su Como non sarà facile, servono soluzioni definitive».

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