I politici comaschi in coro: «La tangenziale va completata»

Il confronto Da destra a sinistra, l’opinione è la stessa. E il Pd annuncia una mozione in consiglio regionale

Como

La tangenziale di Como con il secondo lotto dimenticato e, il primo, con un pedaggio per meno di tre chilometri di autostrada fa discutere. C’è chi, come l’assessore regionale comasco Alessandro Fermi dice che, oggi, «il primo obiettivo deve essere quello di fare inserire il tratto mancante dal ministero nel Contratto di programma con Anas» e chi chiede che si inizi ad eliminare il pedaggio attuale sul primo tratto, tra Villa Guardia e Albate in modo da trasferire lì una quota del traffico locale (oggi la tangenziale ha un volume di transiti giornalieri di poco superiore ai 14mila veicoli). Tutti dicono, però, che il territorio, inteso come politica e mondo economico, non deve gettare la spugna di fronte al completamento di un’infrastruttura che viene chiesto da anni.

«Una assoluta priorità»

«Mi fa piacere – le parole di Fermi - che il quotidiano “La Provincia” abbia rialzato i riflettori su quest’opera perché è vero che il nostro territorio ha beneficiato di tante risorse per tante opere che verranno realizzate nei prossimi anni, non solo la variante Tremezzina, e che beneficerà anche del prolungamento del progetto Pedemontana, ma il secondo lotto della tangenziale di Como è, per me che vivo in questa zona, e deve rimanere una assoluta priorità». Poi aggiunge: «Regione ha inserito come sappiamo tutti il collegamento (tra la A9 e la Briantea, in pratica un secondo lotto revisionato, rispetto a quello originario tra Albate e Albese, ndr) tra le opere prioritarie ed è chiaro che il costo non indifferente della sua realizzazione necessita di uno stanziamento da parte del ministero e/o Anas». Le stime parlavano inizialmente di circa 600 milioni, ma secondo alcuni i costi sarebbero già arrivati a 700 e senza una progettazione avanzata. «Spero – precisa Fermi - che vi sia l’inserimento dell’opera nel Contratto di programma (tra il ministero ed Anas, ndr.) e questo deve essere l’obiettivo politico prioritario dal punto di vista della viabilità, su cui credo siamo tutti non solo consapevoli, ma anche convinti». E chiude: «La partita non è persa, ma ribadisco che per completare quest’opera, che ho sempre seguito, bisogna crederci. Il primo obiettivo, ripeto, è ora farla inserire dal ministero».

«Una grande incompiuta»

Restando in consiglio regionale l’esponente di Forza Italia Sergio Gaddi, oltre a chiamare in causa Roma, rilancia sul tema del pedaggio. «A dieci anni dall’inaugurazione del primo tratto – commenta - la tangenziale di Como è una grande incompiuta. Probabilmente l’uscita e lo stralcio del secondo lotto dall’Autostrada Pedemontana è stato un errore perché si è in qualche modo perso il progetto definitivo che, in opere di questa importanza, è centrale. È chiaro che ora la Regione deve insistere sulla priorità del completamento con ministero delle Infrastrutture e Anas. A questo punto, considerato che ormai il primo lotto è in funzione da dieci anni e che è di soli due chilometri e mezzo, sarebbe necessario sospendere il pedaggio. Le tangenziali, per loro natura, dovrebbero essere gratuite». Oggi tra Villa Guardia e la A9 si pagano 18 centesimi e, tra la A9 e Albate 49 centesimi. Dal canto suo il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo attacca prima politicamente: «Sono anni che la Lega promette il completamento della tangenziale di Como, ma i cittadini continuano ad attendere. Non ci sono più scuse né giustificazioni: sia la Regione che il Governo sono guidati dallo stesso colore politico, e il tempo del rimpallo è finito». Annuncia poi un documento che presenterà in aula: «Como è tra le pochissime città lombarde a non avere una tangenziale completa e gratuita: esiste solo un primo lotto, peraltro incompleto, mentre il secondo non è mai stato realizzato. La beffa? Quei 2,4 km sono persino a pagamento. Presenterò in consiglio una mozione per eliminare il pedaggio: è inconcepibile far pagare un’infrastruttura non ultimata e così limitata tenendo anche conto che il secondo tratto è stato tolto da Pedemontana. Spero che ci sarà piena condivisione dell’aula e che venga approvata all’unanimità». E conclude dicendo: «Agli amici della Lega suggerisco di dedicare meno energie alla progettazione del ponte sullo stretto e di concentrarsi sulle opere incompiute e sempre promesse». Infine Anna Dotti (FdI) che sottolinea, quando si parla di infrastrutture come tangenziale e Pedemontana come «sia necessario cercare di creare meno impatto possibile sugli utenti, soprattutto pendolari per evitare di gravare ulteriormente sulle loro tasche, vanno individuate strade che evitino di pesare su chi utilizza quotidianamente e per necessità questo tratto di strada».

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