Il caldo record dell’estate ha fatto salire gli accessi in Pronto soccorso: +10%

Como Gli accessi hanno registrato un’impennata dalla terza settimana di giugno, soprattutto fra gli over 70. Scomparse le patologie respiratorie e i virus dell’anno scorso: «Aumento dovuto agli effetti del clima»

Caldo, +10% di accessi in Pronto soccorso a giugno.

Se si osserva il numero di pazienti arrivati nei nostri reparti di emergenza-urgenza in queste settimane, complici le alte temperature, si nota un quantitativo più che significativo almeno fino ai primi dieci giorni di luglio. Le settimane subito precedenti, su tutto il territorio dell’Ats Insubria, hanno contato sempre più di 10mila accessi alla settimana, un numero che non è mai stato così elevato negli ultimi quattro anni secondo i bollettini regionali.

Rispetto all’estate 2024 il balzo è di circa quattro punti percentuali, 9.500 accessi a settimana. Bisogna però mettere in conto che tra giugno e luglio dell’anno scorso erano esplosi i casi di polmoniti sommati a forme virali strane che invece quest’anno nei Pronto soccorso sono vicine allo zero.

Rispetto al 2023 e al 2022 l’aumento è di poco superiore al 10%, all’epoca oscillavamo tra gli 8.500 e i 9mila accessi a settimana. Occorre pensare che i Pronto soccorso comaschi accolgono circa il 40% delle richieste dell’intera Ats, quindi circa 3.800 accessi ospedalieri, il Sant’Anna è come sempre il reparto maggiormente sotto pressione.

Se si guardano poi le fasce d’età è evidente che l’aumento degli accessi riguarda soprattutto gli over 70. È così su tutto il territorio regionale in maniera vistosa, c’è un più 6% rispetto all’anno scorso e un più 13% rispetto a due anni fa. Mentre ad esempio l’età pediatrica è interessata da un minore ingresso in Pronto soccorso rispetto al 2024, come pure l’età adolescenziale e quella lavorativa fino ai 49 anni.

A sentire medici e infermieri che lavorano nei triage, tra San Fermo e Valduce, in queste settimane hanno visitato tantissimi anziani fragili arrivati accaldati in Pronto soccorso. Persone da curare dopo scompensi, svenimenti, con malattie croniche e mai abbastanza idratate. A parte i traumi e gli incidenti cui occorre sempre fare fronte invece sono stati pochissimi, raccontano dai reparti, i pazienti colpiti da virus o altre infezioni. Tanti come detto i colpi di calore, cittadini di 75 e anche 80 anni che però una volta effettuati i controlli ematici, fatti gli approfondimenti a livello cerebrale in caso di mancamenti, restano stazionari per 24 o 48 ore e quindi vengono dimessi. Infatti se è vero che il numero degli accessi in Pronto soccorso è aumentato, è abbastanza stabile il numero dei ricoveri che ne è seguito.

«Confermo un 10% di aumento medio dovuto con ogni probabilità al grande caldo – dice Alessandro Riccardi, presidente della Società italiana della medicina di emergenza urgenza – è lecito e non banale pensare che le alte temperature facilitino la riacutizzazione delle patologie dei grandi anziani. Non bastasse il caldo opprimente rende ancor più fragili i pazienti già a rischio. Scompensi, malori, cui non per forza segue il ricovero, anche per colpa della penuria di posti letto nei reparti».

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