Il comasco e il caso degli ululati a Lukaku. Tutto archiviato: «Fatto di tenue entità»

La decisione Per il pm «evidenti ragioni di rivalità sportiva» e durata «non significativa». Inoltre i presenti «si sono influenzati uno con l’altro». Lancio di oggetti? «Piccole dimensioni»

«Sì», il lancio di oggetti in campo nel corso della partita Juventus-Inter ci fu, ma questi erano «oggetti di piccole dimensioni, come un accendino, che non hanno creato alcun pericolo per le persone presenti», motivo per cui viene chiesta l’archiviazione per «l’infondatezza della notizia di reato».

Per quanto riguarda invece il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, «il fatto è da ritenere di tenue entità» e per tanto deve essere archiviato. Con tutti i rischi annessi e connessi che questa posizione potrebbe ingenerare da qui in avanti.

Il punto

La procura di Torino ha deciso di procedere alla chiusura del fascicolo senza formulare ipotesi di reato per i 144 tifosi della Juventus che erano stati iscritti sul registro degli indagati in seguito a quanto avvenne il 4 aprile del 2023. Quel giorno si giocava una partita di Coppa Italia e i supporter bianconeri indirizzarono cori razzisti e ululati al giocatore all’epoca dell’Inter Romelu Lukaku. Fatto di cui parlò tutta Italia e che riportò sul tavolo il tema del razzismo negli stati della Penisola. Anche la nostra città è interessata a questa decisione perché tra le posizioni per cui è stata chiesta l’archiviazione da parte del pm Davide Pretti, una riguarda proprio un tifoso juventino di Como, 26 anni, che al pari di tutti gli altri fu individuato grazie alla visione delle immagini delle telecamere e di filmati finiti nelle mani delle forze di polizia.

Le ragioni

Detto del lancio di oggetti non ritenuto pericoloso (nonostante gli accendini non vengano in realtà fatti entrare negli stati, proprio perché ritenuti pericolosi), hanno fatto discutere le motivazioni che hanno portato a ritenere di tenue entità la contestazione di discriminazione razziale ed etnica.

Secondo il pm, infatti, questa ci fu - «l’ululato» e i «suoni gutturali» si caratterizzano per «evidenti connotati di discriminazione razziale» - ma tuttavia la condotta fu tenuta da «una moltitudine di persone che si sono influenzate l’una con l’altra», «per un tempo non significativo» e infine per «evidenti ragioni di rivalità sportiva», elementi che secondo la procura piemontese ricondurrebbero il fatto nella già citata «particolare tenuità del fatto». Anche perché, conclude il pm, il «comportamento non fu certamente abituale».

Con queste motivazioni, insomma, arriva un bel colpo di spugna – almeno da un punto di vista penale – sugli ululati che sommersero Lukaku, ritenuti sì razzisti ma non così tanto gravi da poter essere portati davanti ad un giudice.

La notifica della decisione è già arrivata sui tavoli degli avvocati delle difese. «Fin dall’inizio abbiamo rigettato gli addebiti mossi – hanno dichiarato al proposito gli avvocati Alan Breda e Pasquale Schiariti, che assistono uno dei 144 indagati – Abbiamo anche richiesto la visione dei filmati che ci è sempre stata ingiustamente negata anche in sede di audizione presso la Juventus. Ora speriamo che venga ridotto anzi annullato il Daspo. Ci riserviamo la possibilità di fare ricorso al Tar dopo l’esame dei filmati».

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