Il Conservatorio di Como si allarga e investe 1,2 milioni di euro

Istruzione Alla scuola spazi in via Cavallotti. Veronelli: «Giornata storica». Restano però i problemi della Ciceri e del Setificio che respingono iscrizioni

Il Conservatorio ha il 24% dei metri quadrati in più, e per i nuovi spazi l’investimento è pari a un milione e 200mila euro.

Ieri è stata annunciata l’acquisizione della sede di via Cavallotti, prima in uso all’università dell’Insubria. Il Comune ha destinato ai musicisti a titolo gratuito due grandi locali a pian terreno per 19 anni (prorogabili). Ora devono partire i lavori di riqualificazione per accogliere studenti e docenti dal prossimo anno accademico.

Se ne parla da anni

La presidente del Conservatorio Anna Veronelli ha parlato di «giornata storica», è da una decina di anni che l’ente d’alta formazione artistica chiede nuove aule, senza trovare risposte. In passato aveva addirittura minacciato di abbandonare Como, continuando a respingere per mancanza di metri quadrati matricole giunte da tutto il mondo.

«È stata lunga, ma ce l’abbiamo fatta – così il direttore, Vittorio Zago – ora possiamo con più serenità gestire circa 470 studenti e 76 docenti. Queste aule ci servono per le prove d’insieme, per la produzione musicale, per organizzare gli esami».

I grazie non sono stati destinati soltanto all’attuale giunta, ieri era presente l’assessore alla Cultura Enrico Colombo che si è detto «orgoglioso di poter valorizzare un ente prezioso come il Conservatorio di Como». Il lavoro è iniziato durante il mandato del sindaco Mario Landriscina con il supporto della Fondazione Volta. Di recente c’è stata un’accelerata anche per permettere al Conservatorio di accedere ai fondi ministeriali per la riqualificazione dell’immobile. Circa 700mila euro che, qualora non dovessero essere riconosciuti, verranno coperti tramite un mutuo, con un ulteriore sforzo del Conservatorio che già si esposto per le restanti somme. Una piccola ma significativa parte l’ha fatta la Fondazione De Ponti, 40mila euro di donazione, un altro grazie lanciato ieri. Oltre ai lavori alla nuova sede il Conservatorio ha in programma la sistemazione della sede centrale e storica di via Cadorna.

Incassata la sede di via Cavallotti un sassolino dalla scarpa se l’è tolto l’ex presidente del Conservatorio, Enzo Fiano, oggi alla guida del Vittadini di Pavia. «Dovevano darci il Politeama, sperando che oggi quell’edificio stia ancora in piedi – ha detto Fiano – ma poi non se n’è mai fatto niente. Avevamo valutato perfino di spostarci nell’ex Sant’Anna e in una vecchia chiesa. Poi finalmente c’è stata la svolta con via Cavallotti, anche se l’università ingiustamente proprio non voleva andarsene, pur non usando da anni questi spazi».

Restano come vicini di casa in via Cavallotti l’associazione Carducci, che avrebbe anche una sala per concerti ed esibizioni poco sfruttata, oltre al piccolo museo Casartelli, sempre desideroso di farsi conoscere. Quanto ai piani superiori non sono ancora stati assegnati dal Comune. «Sono in corso diverse interlocuzioni – così ancora Colombo – con delle realtà del mondo della cultura che si sono dette interessate. Non comunque con enti privati».

I problemi delle superiori

Anche il liceo musicale Teresa Ciceri aveva chiesto senza successo di poter utilizzare questi spazi. Questa scuola superiore a febbraio è stata costretta a respingere decine di iscritti in diversi indirizzi e non ha da anni abbastanza aule per suonare, per fare le prove. A dire la verità il Teresa Ciceri non è il solo istituto ad avere bisogno di spazi in città. Anche il Setificio ha fame di metri quadrati, la stessa richiesta l’hanno fatta ripetutamente i tecnici del Caio Plinio.

L’ente di riferimento delle secondarie di secondo grado, è vero, è la Provincia. E adeguare gli spazi e gli edifici per la Provincia è complicato per ragioni di tempo, ci vogliono non mesi, ma anni. In mancanza di nuovi stabili però non si è riusciti per ora a fare fronte all’aumento delle iscrizioni in alcuni istituti. Con un fenomeno di domande respinte e di quasi impossibili trasferimenti in corso d’anno. Un fatto che ha ricadute sul successo scolastico e sul tasso di abbandono.

© RIPRODUZIONE RISERVATA