Il curatore voleva il figlio nel locale stellato? La Procura chiede l’archiviazione

L’inchiesta Nessun reato ipotizzabile per le pressioni sull’imprenditore Giovanni Maspero. Ma l’accusa sottolinea: «Voleva consentire al proprio parente di gestire i Tigli in Theoria»

Le pressioni su Giovanni Maspero per vendere il ristorante stellato i Tigli in Theoria ci furono, ma «gli elementi di prova acquisiti non consentono» di ipotizzare una «ragionevole previsione di condanna». La Procura di Como ha chiesto l'archiviazione delle accuse ipotizzate a carico del curatore fallimentare Giuseppe Fasana, commercialista comasco notissimo e coinvolto nell’ultimo decennio almeno nelle principali procedure concorsuali comasche, limitatamente a quella fetta di indagine relativa alle manovre attorno al passaggio di mano del locale stellato del centro città, e dell’immobile che lo ospita.

Quattro indagati

La richiesta di archiviazione è stata allegata all’avviso di chiusura delle indagini preliminari sulla presunta turbativa d’asta legata al passaggio di Prima comunicazione group srl - società del gruppo Maspero fallita lo scorso anno - a una Spa milanese. Su quest’ultima vicenda quattro sono gli indagati: lo stesso Giuseppe Fasana, curatore fallimentare, l’avvocato del fallimento, il legale comasco Carlo Bresciani, l’amministratore unico di Phonixa Spa, società che ha ottenuto l’aggiudicazione del ramo d’azienda, Sabrina Boschi, e il consulente della stessa società, l’avvocato Davide Boschi (questi ultimi hanno già avuto modo, su queste colonne, di protestare la propria estraneità all’ipotesi di accusa). Tutti, ora, avranno la possibilità di presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati, prima che la Procura decida se chiedere, o meno, il processo.

Nel frattempo, però, il pubblico ministero Antonia Pavan ha chiesto l’archiviazione del fascicolo relativo all’ipotesi di reato di induzione indebita a dare o promettere utilità sulla quale Procura e Guardia di finanza avevano messo sotto inchiesta lo stesso Fasana. Tutto nasceva dall’interrogatorio che Giovanni Maspero, imprenditore arrestato lo scorso anno per bancarotta e frode fiscale a causa di un centinaio di milioni di euro di debiti con il fisco, aveva reso dopo il suo arresto. Davanti al pubblico ministero Fasana aveva raccontato di aver subito pressioni (ancor prima del fallimento), da parte dell’allora amministratore giudiziario della procedura di concordato preventivo della Giovanni Maspero & C (Giuseppe Fasana, appunto) perché vendesse gli immobili di via Bianchi Giovini di sua proprietà, che ospitano il ristorante stellato, e la stessa attività del locale premiato dalla guida Michelin. Secondo Maspero, addirittura Fasana avrebbe subordinato il parere favorevole al concordato preventivo (che poi è saltato, per l’intervento della Procura) proprio alla vendita dell’immobile e del ristorante.

Padre e figlio

Sempre nella richiesta di archiviazione, il magistrato sottolinea anche che non vi è reato nonostante lo stesso curatore fallimentare - dopo il dissesto della Maspero & C - avrebbe cercato di realizzare una associazione in partecipazione «per aggirare le procedure competitive» con l’intento - nell’ipotesi ventilata dal pubblico ministero - di scegliere il compratore così «da introdurre il figlio nella gestione del ristorante».

Comportamenti «spregiudicati» (per la Procura) che però non possono tradursi in reati. Da qui la richiesta di archiviazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA