Il dormitorio nell’ex convitto
Quattro mesi e 200mila euro

L’area del San Martino rimane la più idonea a una soluzione duratura per i senza fissa dimora - Ma servono tempo e risorse. Il Comune, intanto, temporeggia sull’opzione di via Cadorna

Servono 200mila euro e quattro mesi di tempo per sistemare l’ex convitto nel San Martino e per accogliere cento senzatetto.

Ad un anno dalla mozione approvata per dare un dormitorio ai senza fissa dimora la politica discute ancora su quali immobili adibire allo scopo. Il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, con l’ok dell’ente proprietario - l’Asst Lariana - ha suggerito l’uso rapido di via Cadorna, dove c’è il Sert.

Il Comune ha timidamente annuito, prendendo un mese di tempo per organizzare con un gestore circa trenta posti per i soli regolari. La soluzione definitiva confezionata da Fermi e dall’Asst guarda però al San Martino. Nei 30 ettari dell’ex ospedale psichiatrico ci sono 25mila metri quadrati di costruzioni di cui tre quarti appartengono all’Asst e uno dell’Ats. All’Ats resta il pratone, l’ex lavanderia, l’ex farmacia, un capannone, la chiesa ortodossa con alloggio e la sede della comunità Arca. Il monoblocco invece è del Sant’Anna.

Sempre il Sant’Anna ai margini della collina possiede altri sei blocchi, alcuni funzionanti e dati in gestione, per esempio l’Hospice, altri ex Asl ormai ruderi, alcuni inadatti e vuoti. L’impiantistica generale è presente ovunque anche se mediocre, la centrale termica invece è nuova. Tra gli spazi giudicati adatti e vuoti c’è la vecchia sede amministrativa dell’Asl, tre piani per 2200 metri quadrati da sistemare con 300mila euro.

C’è poi la villa verde, salvo qualche pezza però per aprire i locali grandi 2mila metri c’è bisogno di quasi due milioni di euro per la ristrutturazione. Ci si è dunque concentrati sull’ex convitto degli infermieri. Questo alloggio per operatori sanitari è inutilizzato da pochi anni. Deve essere riadattato negli spazi interni, meglio separato dagli altri edifici. Ma i suoi 900 metri possono essere riqualificati con circa 200mila euro entro fine anno. È una struttura a due piani, contigua ad altre attività amministrative. Le opere da compiersi sono definite come minimali. Serve la verifica della normativa antincendi. Ci sono scale interne ed esterne e un ascensore anche per i disabili. I quadri elettrici e idrici sono accettabili, occorre aggiungere dei bagni. Il tetto è integro e ha bisogno di 50mila per adeguare le coperture, altri 50mila euro sono da spendersi per facciate, porte e serramenti, nei locali interni servono 100mila euro di lavori. Non grandi opere comunque per organizzare un numero importante di posti letto.

Asst è disponibile, dunque anche la Regione, anche partecipando al progetto. In generale nel San Martino le criticità sono relative ai percorsi interni per l’accesso, al controllo dell’area, alla presenza di altre attività. L’azienda socio sanitaria ha escluso invece come ipotesi la cittadella della salute lungo la Napoleona per la vicinanza con i luoghi di cura, uno dei pochi stabili adatti è già usato per il trattamento dei pazienti post Covid.

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