Il figlio muore a 17 anni in ospedale: «Voglio la verità». La Procura indaga

L’inchiesta Ricoverato da ottobre in Psichiatria, si è spento dopo quattro giorni di coma. All’origine, forse, un problema cardiaco. La denuncia del padre, disposta un’autopsia

Como

A monte di questa storia di dolore e sofferenza, c’è un dramma enorme. Quello di un padre vedovo che ha visto morire il proprio figlio minore, 17 anni con problemi di spettro autistico, dopo quattro giorni di coma in un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale Sant’Anna. Ragazzo che già da ottobre era ricoverato nel reparto di Psichiatria dove gli era stato trovato un posto disponibile in attesa di reperire uno spazio in una struttura specializzata.

La ricostruzione

Ora però su questo improvviso decesso, le cui cause non sono al momento comprensibili in quanto il ragazzo era entrato in ospedale in buono stato di salute, la Procura di Como ha voluto vederci chiaro, affidando al medico anatomopatologo Giovanni Scola l’incarico per eseguire una autopsia per cercare di dare quelle risposte che al momento mancano.

Il conferimento è avvenuto nella mattinata di ieri, di fronte al pm Michele Pecoraro, con anche la presenza del consulente di parte Paolo Galeazzi nominato dall’avvocato Cristina Morrone per conto del padre del ragazzo deceduto. Le risposte verranno poi messe nero su bianco in una futura relazione che verrà depositata in Procura. Partiamo però dall’inizio con il dire che al momento non vi sono persone iscritte sul registro degli indagati e che il fascicolo in questione – apertosi sabato alla notizia del decesso del giovane e dell’esposto presentato dalla famiglia – è dunque a carico di ignoti. La vittima è un ragazzo di 17 anni, Emil Mehmetaj, che da ottobre, dopo una protesta del padre Qamil in Comune a Cantù per cercare di trovare un posto in cui stare al figlio autistico, era stato portato al Sant’Anna dove era stato reperito un letto in cui ospitarlo, in attesa di individuare una struttura sul territorio che lo accogliesse.

Nella segnalazione che il padre ha fatto giungere in Procura, al centro dell’attenzione si sarebbero posti però alcuni farmaci somministrati che il genitore – a suo dire – aveva segnalato come non tollerati dal figlio. Al momento tuttavia non vi sono evidenze in tal senso, ma quello che è accaduto ha comunque convinto il pubblico ministero ad approfondire la questione tramite l’autopsia. Perché il quadro clinico di Emil è andato poi peggiorando con un improvviso problema cardiaco nel pomeriggio di martedì della scorsa settimana e con il ricovero in Terapia Intensiva con le macchine a tenerlo in vita. Il dramma, perché di questo stiamo parlando, si è concluso sabato mattina alle 9 quando è stata dichiarata la morte cerebrale del giovane per cause che al momento non sono comprensibile, con però il sospetto che quei farmaci possano aver giocato un ruolo. Collegamento però tutto da riscontrare.

«Era in buone condizioni»

La vicenda è venuta a galla dopo l’azione dell’avvocato Morrone che, contattata ieri, ha ricordato come il ragazzo fosse comunque in buone condizioni al momento del ricovero in ospedale. Il legale ha anche invitato ad acquisire le immagini delle telecamere del piano della stanza del ragazzo, e anche le cartelle cliniche.

«Esprimiamo innanzitutto cordoglio e vicinanza ai familiari – ha fatto sapere ieri la direzione di Asst Lariana - Sono state avviate le opportune verifiche interne e l’azienda assicura la massima collaborazione alle autorità competenti affinché sia fatta piena chiarezza su quanto avvenuto».

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