Il giovane tifoso salvato grazie al defibrillatore. E, polemiche a parte, da una macchina dei soccorsi che ha funzionato alla perfezione

Paura allo stadio Davide esce dalla rianimazione: non ha avuto danni dall’arresto cardiaco. Decisivo il pronto intervento dell’équipe medica del 118. Due scariche per far ripartire il battito

Davide deve dire grazie due volte. A quei tifosi che lo hanno soccorso per primi, e che si sono preoccupati di fare le prime manovre per evitare che rimanesse soffocato. E alla presenza del medico rianimatore del 118, che in meno di due minuti ha attaccato il petto del giovane tifoso al defibrillatore e con due scariche gli ha fatto ripartire il cuore, che si è fermato all’improvviso. Per cause che ora i medici stanno cercando di comprendere.

Il pomeriggio drammatico che si è vissuto al Sinigaglia sembra aver avuto un lieto fine. La cautela è inevitabile: Davide Novati, 23 anni, canturino, è infatti tuttora ricoverato in unità coronarica al Sant’Anna, dopo essere stato dimesso nel corso della giornata di ieri dalla rianimazione, e resta in prognosi riservata, visto quanto accaduto. Ma ieri mattina, quando i medici gli hanno tolto la sedazione che lo ha tenuto in coma farmacologico per la notte intera, si è svegliato. Lucido, presente, in salute, nonostante tutto.

Se oggi possiamo raccontare una storia che sembra destinata al lieto fine è perché, a dispetto delle polemiche sollevate nell’immediatezza da alcuni (polemiche per certi versi inevitabili, vista la concitazione del momento), i soccorsi sono stati rapidi e assolutamente efficienti. Tutto è andato come doveva andare. A partire dal giovane tifoso che si trovava accanto a Davide quando, al ventesimo del secondo tempo, il giovane ha iniziato a barcollare. Lui lo ha sorretto e ha evitato che cadesse dagli spalti della curva. Quindi, una volta a terra, gli altri tifosi presenti si sono mosso velocemente: hanno individuato la squadra dei soccorritori, che era intervenuta per prestare aiuto a un altro supporter azzurro lui sì caduto dagli spalti (un uomo di 46 anni, portato in condizioni non serie al Sant’Anna), e hanno consentito che il medico del 118 arrivasse sul paziente senza perdere tempo. Infine il rianimatore ha immediatamente attaccato il defibrillatore e ha scaricato due volte, consentendo al cuore del ragazzo di ripartire.

Tifoso colto da malore in curva azzurra

Il resto della scena ha dato vita a una serie di speculazioni, con l’ambulanza della Croce Rossa ferma per quasi mezz’ora con i portelloni chiusi. Lì è rimasta non per difficoltà di manovra o per perdita di tempo, ma per la necessità di stabilizzare le condizioni del giovane tifoso. Ovvero intubarlo per preservare le funzioni cerebrali, verificare che il cuore avesse ripreso il battito regolare per non dover procedere a nuove manovre durante la corsa verso l’ospedale. La seconda ambulanza, intervenuta per portare in ospedale il tifoso caduto a faccia in giù dagli spalti, è entrata in curva solo dopo che il primo mezzo di soccorso si è allontanato, proprio per evitare di creare ingorghi inutili in un momento in cui la priorità era portare il ragazzo vittima dell’arresto cardiaco in pronto soccorso del Sant’Anna.

E anche in ospedale la gestione è stata senza alcun intoppo. Con la decisione di tenerlo in coma farmacologico per una notte intera, anche se la tac aveva dato segnali di speranza già nella tarda serata di sabato. Insomma, c’è di che poter guardare essere ottimisti. E dopo il sabato vissuto allo stadio, è una grande notizia.

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