Il ladro acrobata ammette tutto. È accusato di ben 23 furti nelle case

Il caso Di fronte al giudice il ventottenne albanese fermato in via Borsieri mentre fuggiva. Tre colpi a Como, 20 in altre province. Il complice, ricoverato dopo la caduta da 15 metri, migliora

Ha ammesso tutto. Di essere entrato in tre case del centro città, tra via Aldo Moro e via Torriani, di essere scappato dopo essere stato scoperto, fino al momento in cui la polizia l’ha circondato e bloccato in via Borsieri. Si è svolto ieri mattina, nel carcere del Bassone di Albate dove è detenuto, l’interrogatorio di Marku Granit, 28 anni, arrestato al termine di un rocambolesco inseguimento sui tetti della città concluso anche con la caduta nel vuoto del complice da una altezza di circa quindici metri.

Quest’ultimo, Julian Bushi, albanese di 29 anni, è ancora ricoverato al Sant’Anna ma le sue condizioni sarebbero in lieve ma costante miglioramento, tanto che ora il quadro clinico lascia intravedere speranze concrete di sopravvivenza. Ieri, infatti, il giovane è uscito dal reparto di Rianimazione e tra i medici trapela un «cauto ottimismo».

In carcere

Granit, invece, era stato fermato subito, prima del tentativo di fuga sui tetti del centro, ed era stato poi portato in questura e identificato. Condotto in carcere, ieri – assistito dal suo avvocato Cristian Mazzeo, del foro di Como – ha parlato di fronte al giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo. E nel corso dell’interrogatorio, per rispondere alle accuse di furto in abitazione, tentato furto e di ricettazione, l’albanese ha ammesso tutto quello che gli veniva contestato.

Nel corso della mattinata di ieri, e sempre in presenza del suo legale, all’arrestato è stata anche notificata l’ordinanza di custodia cautelare che era stata chiesta e ottenuta dalla Procura di Milano (sempre per una ipotesi di reato di furto) e pure l’ordine di esecuzione della pena in arrivo da Pavia, con un cumulo da scontare di 4 anni e 1 mese.

Molti i precedenti

In questo secondo fascicolo, sono ben 20 gli episodi di furto e ricettazione che vengono attribuiti al ventottenne arrestato martedì sera al termine di una operazione congiunta portata a termine dagli agenti delle volanti e dai colleghi della squadra Mobile. Per la procura di Como, infine, in un fascicolo curato del pubblico ministero Antonio Nalesso, sono tre gli ingressi in abitazione che vengono attribuiti non solo a Granit ma anche al complice ancora ricoverato in un letto d’ospedale al Sant’Anna.

La vicenda di cui stiamo scrivendo in questi giorni trae origine da una serie di furti nelle abitazioni avvenuti in centro città (tra via Aldo Moro e via Torriani) nel pomeriggio di martedì. Due giovani, attraverso una apposita App per monitorare l’interno dell’abitazione dal telefonino, avevano lanciato l’allarme chiamando la polizia dopo aver visto nei locali del loro appartamento aggirarsi due ladri. Gli agenti, capendo subito dalla descrizione che si trattava dei due soggetti che stavano già ricercando per i precedenti furti, si erano precipitati in via Torriani iniziando l’inseguimento a piedi. Il primo, Granit, era stato subito arrestato mentre il secondo era scappato in cima al tetto di un palazzo di quattro piani di via Borsieri da dove era poi precipitato al suolo, in seguito ad una grondaia che non aveva retto al peso.

Nello zaino e nel marsupio che i due ladri avevano addosso erano stati trovati indumenti e diversi oggetti (compresa una catenina d’oro) provento di precedenti furti. Colpi che l’albanese ha poi ammesso ieri mattina nell’interrogatorio di fronte al gip.

La polizia aveva poi rinvenuto poco distante anche l’auto a noleggio (una Volkswagen Golf) che i due ladri avevano utilizzato per raggiungere il centro città. A bordo utensili per scardinare porte e finestre anche i passamontagna. Tutto materiale che è stato posto sotto sequestro.

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