Il legale dell’assassino di don Roberto: «Sui social troppi cori da stadio. Spero di avere la forza di sostenere le tesi difensive, anche quando sono impopolari»

Il caso Sonia Bova, difensore di Ridha Mahmoudi, commenta la rabbia popolare post sentenza: «Ho letto post che sono arrivati a distruggere tutto, denigrazione becera del nostro operato»

Un invito forte a «moderare i toni», a non abbandonarsi ai «cori da stadio», rispettando il lavoro della difesa anche se questo porta inevitabilmente «all’impopolarità». Perché, «siamo consapevoli di dover rispondere soltanto alla nostra coscienza che è molto più severa di quanto gli altri possano solo minimamente pensare».

Con un lungo scritto, denso di amore per la professione, l’avvocato Sonia Bova – difensore di Ridha Mahmoudi – interviene in merito alla rabbia scatenata dalla sentenza appena emessa dalla Prima Sezione Penale della Corte d’ Assise d’ Appello di Milano, «che ha scontentato molti per il verso contrario da essa impresso al precedente orientamento assunto, in primo grado, dalla Corte d’ Assise di Como».

La decisione

Stiamo parlando, come stiamo facendo dal pomeriggio stesso della decisione (senza dubbio, come dice il legale, «impopolare») della sostituzione dell’ergastolo con la pena di 25 anni per l’uomo che il 15 settembre 2020 uccise a San Rocco don Roberto Malgesini. Clamore dettato soprattutto dall’equiparazione – stabilita dai giudici – tra le attenuanti generiche riconosciute (ma non ancora note, in assenza delle motivazioni) e le aggravanti che erano pesanti, compresa la premeditazione.

Le reazioni

I social in queste ore si sono scatenati. E l’avvocato del tunisino, ieri, con garbo, ci ha fatto pervenire una sua riflessione dopo che pure il suo lavoro era finito al centro delle accuse. Frasi, quelle lette, che «sono arrivate a travolgere tutto e tutti nella distruzione più totale e nella denigrazione più becera dell’operato altrui, del quale non si conoscono le esigenze più profonde e gli ideali più alti». «Vorrei far conoscere – prosegue il legale - ciò che si muove nel cuore di una persona che, come la sottoscritta, i miei infaticabili collaboratori di studio ed il mio consulente (il dottor Mario Pigazzini, ndr) che mi hanno spalleggiata nell’impresa titanica che ha portato alla difesa dell’imputato in questione, quotidianamente si spendono in difesa delle più disparate posizioni processuali».

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«Molto semplicemente – prosegue l’avvocato - siamo chiamati ad assolvere all’alto compito di difesa conferito con il mandato in quella che è a tutti gli effetti una chiamata, quella appunto di difendere un individuo incappato nelle maglie della Giustizia». Che poi la difesa non si riveli spesso una passeggiata «e non comporti l’ottenimento del plauso altrui è esperienza corrente, soprattutto quando la durezza dei temi affrontati in aula fa tremare le vene e sorgere cori da stadio, che non devono però mai far recedere il difensore dall’alto ruolo assunto nell’ascolto delle istanze più profonde provenienti dal cliente».

Il tutto ovviamente – e tiene a ribadire l’avvocato di Mahmoudi - nel rispetto dei ruoli assunti dalle varie parti in gioco le quali «nello scontro dialettico tentano di far emergere la verità processuale». La chiosa è perentoria: «Spero di avere la forza di sostenere senza cedimento le tesi difensive , anche quando esse potessero espormi all’impopolarità, consapevole come sono di dover rispondere soltanto alla mia coscienza».

Una segnalazione sulla sezione commenti

Una nota per tutti i lettori: quando abbiamo deciso di pubblicare questo articolo, lo abbiamo fatto con la ferma volontà, che tutt’ora permane e che crediamo faccia la differenza nella qualità del lavoro giornalistico, di dare voce a tutti i personaggi implicati in questa vicenda. L’avvocato Sonia Bova merita di poter dar voce alle proprie perplessità e convinzioni nel pieno rispetto della sua persona e della sua professione. Una professione che ha un dovere di fondamentale importanza per tutti noi che scriviamo o leggiamo questo articolo: il dovere di difendere il proprio assistito. Un dovere che per noi diventa un diritto comune e condiviso, il diritto alla difesa. Ogni opinione sulla vicenda giudiziaria e sulla sentenza è naturalmente legittima, ma nel rispetto per il lavoro svolto dall’avvocato Sonia Bova che, al di là di qualsiasi convinzione personale, si è fatta garante di un diritto che ci riguarda tutti da vicino. Per questo motivo e per non alimentare ulteriormente un dibattito imbevuto di odio, abbiamo deciso di non pubblicare i commenti che nelle scorse ore sono stati inviati alla redazione. Non colgono il senso di questo articolo e dell’appello dell’avvocato, non giovano alla comunità di lettori e non aggiungono nulla di costruttivo a una vicenda che abbiamo sempre seguito da vicino e con quanta più professionalità possibile, ben consci della sua importanza per la città.

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