Il ministero non paga i prof e i supplenti rinunciano

Scuola Stipendi in ritardo, un problema per molti docenti fuori sede. Il sindacato: «Chi arriva dal sud non può nemmeno pagarsi l’affitto»

Supplenti brevi senza stipendio da mesi, costretti a chiedere aiuto alle famiglie o, nei casi più estremi, a rinunciare al posto perché i costi degli affitti diventano insostenibili.

Questa la situazione che sta interessando migliaia di docenti in tutta Italia e che non risparmia nemmeno la provincia comasca. Lo confermano i sindacati i cui telefoni, nell’ultimo periodo, hanno suonato tantissimo per questo motivo, con decine di professori molto preoccupati per la situazione che, comunque, non è nuova. Ogni anno, infatti, si verificano ritardi nei pagamenti tra settembre e dicembre, ma nel 2023 la situazione è stata ancora più allarmante. La causa sarebbe da attribuirsi a problemi burocratici: il ministero dell’Istruzione presieduto da Giuseppe Valditara spiega che pagherà entro l’11 gennaio, ma i sindacati si stanno già organizzando per tutelare i docenti.

In arrivo dal Sud

«Sono tantissimi anche a Como i docenti in questa situazione – ha confermato Gerardo Salvo, di Uil Scuola Como - I precari che ora sono senza stipendio, sono quelli che hanno avuto supplenze brevi o saltuarie. Sostituiscono qualcuno che magari si ammala, va in congedo parentale o straordinario, chi li sostituisce non è pagato da ottobre. Tanti vengono dal sud, qua devono affrontare tutte le spese. Qualcuno sta anche rinunciando alla supplenza, perché non riesce a pagarsi nemmeno l’affitto. Tra l’altro, quando si hanno pochi mesi di lavoro è difficile ottenere contratti d’affitto e quindi magari si è costretti ad andare in hotel».

E ha aggiunto: «Quello che ci è stato comunicato dal ministro è che dovrebbero pagare entro questo mese con un’emissione straordinaria. Purtroppo per ora sta andando avanti questa situazione. È successo negli anni passati, ma magari un mese, un mese e mezzo. Ora si sta esagerando, si parla di due o tre mesi».

Una delle testimonianze dirette arriva da un docente di un liceo cittadino: dopo aver svolto un servizio di supplenza breve fino a metà ottobre a Milano, è arrivato in un istituto comasco esattamente il giorno dopo il termine di quel servizio. «Fino a ora non mi è stato erogato alcuno stipendio – ammette – spero che mi arrivi tutto entro la fine di gennaio, ma non sono molto ottimista. Almeno a me è arrivata la tredicesima per servizi precedenti, ma solo quella. Vivo a Milano e quindi ogni giorno faccio il pendolare: spero che la situazione si possa risolvere al più presto».

Verso la vertenza?

«Se la situazione non si risolve, ci sono due percorsi possibili: o l’atto ingiuntivo in tribunale o una vertenza, ma i tempi si allungherebbero - spiega anche Maddalena Trotta, segretaria generale Flc Cgil di Como -. Ci sono supplenti che si trovano in questa situazione anche se magari sanno già che lavoreranno tutto l’anno, fino a giugno, ma hanno un contratto che risulta sotto supplenza breve e quindi in un altro capitolo di spesa. Poi ci si lamenta che i supplenti rifiutano. Chi si sposta fuori regione, sapendo di andare incontro a delle spese senza sapere quando prenderà lo stipendio? Ora si fa fatica a trovare personale, soprattutto alla primaria. C’è chi si fa mandare i soldi dalle famiglie, la situazione è veramente grave».

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