Il mondo della moda piange Modenese
Ha portato sul Lario i più grandi stilisti

Per decenni a capo della Camera nazionale della moda, guidò le pr per Ideacomo - Mantero: «Ambasciatore del tessile» - Droulers: «Feste memorabili» - Pisani: «Sempre cortese»

Il mondo della moda piange Beppe Modenese, grande ambasciatore della moda italiana nella sua accezione più ampia.

Se ne è andato serenamente nella tarda serata di sabato, nella sua casa di Milano. Avrebbe compiuto 91 anni tra pochi giorni, il 26 novembre. Per decenni a capo della Camera Nazionale della Moda, di cui era rimasto presidente onorario, aveva ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo.

Sua l’idea, lezione imparata da Giovanni Battista Giorgini a Firenze, di far sfilare tutti insieme gli stilisti che stavano emergendo a Milano in un padiglione della Fiera per dare più forza all’immagine del pret-à-porter italiano.

Grande stratega della comunicazione e organizzatore di eventi in vari ambiti, dalle passerelle grandi firme alle fiere. Il primo a portare i grandi nomi del lusso sulle rive del Lario per Ideacomo, a metà degli anni Settanta, in qualità di responsabile delle pubbliche relazioni e dell’ufficio stampa della prestigiosa vetrina tessile.

«Ero alle prime esperienze della rassegna - ricorda Moritz Mantero - e notavo, con curiosità questi due personaggi ( Beppe Modenese e il conte Franco Savorelli ndr) che curavano ogni dettaglio, a Villa D’Este, durante lo svolgimento e, poi, alle serate di gala, dove intervenivano gli stilisti italiani e non solo: ricordo bene Giorgio Armani, Gianni Versace, Gianfranco Ferrè, Moschino, Kenzo, Jean Paul Gaultier, Pierre Cardin, Marc Bohan e tanti altri. Quei due signori li conoscevano tutti e mi chiedevo come facessero. Uno dei due, in particolare, aveva un portamento e un’andatura da forza tranquilla: era Beppe Modenese. Erano i tempi in cui, la moda italiana sapeva valorizzare i fabbricanti di stoffe di qualità e Beppe fu un ambasciatore della filiera tessile moda come nessun altro prima e dopo di lui. Accompagnò Ideacomo anche a New York: erano anni ruggenti».

Continua l’industriale: «In seguito avemmo diverse occasioni d’incontro e di confronto. Lui era sempre posato e impeccabilmente vestito, con le sue calze rosse inconfondibili e un’ironia sottile. Non perdeva mai la calma, controllando anche l’ira, quando lo facevano arrabbiare. Mi regalò anche una bassottina che chiamai PR (Pierre=Piera) in suo onore. Collaborò anche alla nascita di “Incontri a Venezia” che rappresentò, alla pari di Ideacomo, una svolta coraggiosa nella promozione del tessuto, in questo caso, per arredamento. Con Beppe se ne va un Signore con la “S” maiuscola».

L’altissimo profilo professionale di Modenese è sottolineato anche da Jean Marc Droulers. «La sua carriera è stata una sequenza di successi. Il mio rapporto di lavoro e di amicizia è nato quando con Giuseppe Jermi convincemmo i più importanti setaioli comaschi a spostare quello che era una volta il Mitam a Villa d’Este. Straordinarie le feste organizzate da Modenese per dare un appeal mondano all’evento. Era un abilissimo maitre de plaisir, preciso, attento a ogni minimo dettaglio. Inventava scenografie grandiose che sotto la sua guida riuscivamo a realizzare con relativa facilità».

Beppe Pisani, past president di Ideacomo, ricorda: «È stato il primo a promuovere il tessuto, di cui allora nessuno parlava, a livello mediatico, nobilitando la creatività comasca nella superba ed esclusiva cornice di Villa d’Este. Perfetto arbiter elegantiarum, si porgeva sempre con garbo e cortesia. Non l’ho mai visto negare un sorriso o una stretta di mano a nessuno, anche quando era uno dei personaggi più potenti del made in Italy».

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