Il pieno in Svizzera. Recuperato in due mesi il 50% delle vendite

Benzina Carburante più conveniente rispetto all’Italia e il risparmio su 40 litri può arrivare fino a otto euro. L’ad di City Carburoil: «Sotto del 30% sui dati del 2019»

In soli due mesi i distributori ticinesi di confine hanno ridotto di una percentuale vicina al 50% le perdite accumulate nei dieci mesi dello scorso anno, in cui il Governo italiano aveva dato corso allo sconto sulle accise del carburante, causando una crisi di incassi e posti di lavoro senza eguali sul lato opposto della frontiera.

È ripreso il pendolarismo del pieno

Il che significa che i comaschi, soprattutto quelli che risiedono a ridosso del confine (dove il risparmio su un pieno di 40 litri raggiunge oggi gli 8 euro) sono tornati in forze a fare benzina nei distributori ticinesi. Ma non solo.

Perché anche molti tra coloro che dal lago e dalle valli adiacenti si recano nei supermercati e negli ipermercati comaschi per la spesa settimanale hanno ripreso l’abitudine del pieno in Svizzera. Il costo di un litro di verde ieri mattina al distributore che fa capo a City Carburoil a Vacallo si attestava a un euro e 70 contro l’euro e 84 centesimi del distributore cittadino più conveniente (tenendo come riferimento il rifornimento al self service).

Dentro questa difficile risalita da una china che aveva assunto un’inclinazione molto pericolosa, l’amministratore delegato di City Carburoil, Luca Giampietro (a City Carburoil fanno riferimento 25 distributori nel vicino Cantone, tra cui quello riaperto lo scorso 30 gennaio a Pizzamiglio), rivela un altro dettaglio di rilievo e cioè che «dal 1° febbraio, con lo stop all’accordo amichevole sul telelavoro dei frontalieri, il numero di auto in ingresso in Ticino è aumentato in modo significativo, incrementando così i volumi di carburante consumati. Un aumento che si nota nel Luganese come in altre zone del Cantone, tra cui il Mendrisiotto». Per dare un riferimento diretto di quanto il taglio sulle accise deciso dal Governo Draghi abbia messo in ginocchio i distributori ticinesi, basta pensare che a fronte di 360 milioni di litri di carburante venduti nel 2019 (l’ultimo anno pre-Covid), nel 2022 il dato finale si è attestato a quota 180 milioni. «Rispetto alle cifre del 2019, siamo comunque ancora ad un meno 30%, nonostante l’evidente recupero mostrato in questi due mesi. Difficilmente riusciremo a colmare da qui a fine anno il gap - la chiosa di Giampietro -. Saremmo contenti di chiudere l’anno con perdite globali attorno al 15%. Di sicuro i clienti storici sono tornati a fare il pieno da noi. Da un mese a questa parte, lo ribadisco, il traffico è ulteriormente aumentato, con tutto ciò che ne consegue. Sembra che la situazione, per utilizzare un paragone mutuato dal meteo, volga finalmente al bello, dopo i nuvoloni neri che si erano addensati sulle nostre attività lo scorso anno. Siamo fiduciosi e che con l’inizio della stagione turistica tra fine marzo e il week end di Pasqua ci si attende un ritorno della mobilità come la conoscevamo nel pre-pandemia».

Ticinesi da noi per la spesa

Al fattore pendolari del pieno continuano a sommarsi anche i ticinesi che hanno rinunciato al pieno nei distributori comaschi, mentre prosegue con ritmi sostenuti il turismo - direzione Italia - della spesa.

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