Il Politeama è del Comune, e adesso? Il suo futuro sarà nelle mani della cultura e dei giovani

Il futuroIl sindaco pensa a un «cineteatro-boutique» con innesti commerciali e nel caso un b&b. L’architetto Luca Ambrosini: «Prima si immagini il possibile sviluppo, poi si quantificano costi»

Il Politeama è del Comune, ma adesso bisogna immaginare il futuro del cineteatro. Associazioni e attori culturali chiedono di non dimenticare spettacoli, cinema e teatro, ma Palazzo Cernezzi guarda anche alla parte commerciale.

L’amministrazione mercoledì all’asta ha rilevato il vecchio cineteatro chiuso dal 2005. Al netto delle quote già in pancia al Comune, sono stati spesi circa 600mila euro. L’urgenza immediata è la sistemazione del tetto, servono circa 400mila euro per evitare che l’edificio veda peggiorare le sue già precarie condizioni. Il rogito è fissato per metà febbraio. Nel mentre però si apre una fase di progettazione per rilanciare il cineteatro. Fino alla primavera molti enti e società erano stati chiamate a ragionare insieme sul possibile sviluppo del Politeama.

I giovani

«Dai sondaggi fatti tra i cittadini era emersa la volontà che il Politeama resti un luogo aperto alla cultura – spiega Filippo Maliverno, referente al tavolo di progettazione per conto dell’associazione Officina Como – in senso polifunzionale e indirizzato in particolare ai giovani. Certo con un bistrot e degli spazi commerciali, non soltanto con l’impalcatura classica del teatro. L’idea è che potesse essere un centro per attrarre energie innovative».

«Integrare il patrimonio culturale con l’innovazione – rimarca Kevin Guzzetti, presidente dell’associazione giovanile Circolo Olmo, altra realtà seduta al tavolo – guardando alle nuove generazioni. Più in generale l’auspicio è che adesso il Politeama diventi un volano per la cultura e che non venga dato risalto solo al lato commerciale». Siamo comunque ancora nel campo delle ipotesi.

I professionisti

Il sindaco Alessandro Rapinese immagina un «cineteatro-boutique», in consiglio comunale ha spiegato che sono state avanzate manifestazioni d’interesse da parte di gestori di sale cinema di Milano. Ma secondo il primo cittadino serve anche dare un impianto commerciale all’edificio. All’interno c’è spazio anche per un b&b.

L’esempio potrebbe essere il teatro Sociale. Nel 2000 stava morendo, apriva una ventina di volte all’anno. Un gruppo di lavoro l’ha rilanciato con serietà ed oggi il teatro è un riferimento aperto più di 300 volte all’anno. Di quel gruppo faceva parte l’architetto Luca Ambrosini. «Sul Politeama va fatto un progetto serio sul futuro utilizzo – dice l’architetto – prima si immagina il possibile sviluppo, poi si quantificano costi e energie. L’idea dev’essere sostenibile. Con la sola vocazione culturale credo si faccia fatica, servono anche spazi commerciali e ricettivi. Il Politeama non è solo un teatro. L’importante è dialogare con il resto della città. Non pensare ad un luogo concorrenziale, ma alternativo a ciò che c’è già a Como. Se il progetto è valido i soldi si trovano». Tanti soldi, la completa ristrutturazione del Politeama si stima possa costare almeno otto milioni di euro. «

Serve un’ottica sostenibile, di sicuro non solo musicale – dice Vittorio Zago, direttore del Conservatorio – spero non vada persa l’identità culturale del Politeama. Non sarà facile». Il consiglio comunale ha votato all’unanimità a favore dell’acquisto del Politeama. Il consigliere del Pd Stefano Fanetti spera che le scelte vengano prese in maniera condivisa, il consigliere di Svolta Civica Barbara Minghetti è pronta per la fase di pianificazione convinta che il Politeama offra diverse soluzioni.

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