Il raid dei writers pro Gaza a Como: scritte su una trentina di edifici, tra cui l’università

Vandalismi Pesante il bilancio degli imbrattamenti con slogan pro Palestina. La polizia sta acquisendo tutti i filmati disponibili sia del Comune che privati

Sta assumendo contorni impressionanti il raid dei writers pro Palestina che nella notte tra il 30 e il 31 dicembre hanno imbrattato i muri del centro città (non solo del centro storico) con scritte che incitavano alla fine dei bombardamenti e che attaccavano Israele definito stato «assassino» con l’Italia «complice».

La notizia l’abbiamo riportata su La Provincia di ieri, con la Digos che ha bussato alle porte di enti pubblici (Camera di Commercio, ma anche Comune e Pinacoteca) e di proprietà private, per chiedere di acquisire le immagini delle telecamere presenti nei punti imbrattati dai writers.

Gli obiettivi

Non si tratta di pochi obiettivi, ma di almeno una trentina di scritte comparse un po’ ovunque il cui numero, ora dopo ora, è andato continuamente aumentando. Per questo motivo il primo passo dell’indagine della polizia passerà da una mappatura completa dei muri colpiti e dalla ricostruzione – dove possibile – di un percorso che potrebbero aver fatto i writers per portare a termine la loro azione, avvenuta comunque nelle ore di buio.

Le scritte hanno quasi tutte il colore rosso e nero, e in una sola di queste è comparso accanto un logo politico, la “A” cerchiata che identifica gli anarchici. Segno dunque che l’indagine della Digos potrebbe prendere questa direzione. Si tratta, per la precisione, della scritta vergata vicino al Tribunale, all’inizio di via Mentana, con le parole “Viva la lotta palestinese” e, appunto, il logo anarchico accanto. Tutte le altre scritte non sono firmate e nemmeno attribuibili politicamente.

Non è secondario far notare come gli imbrattamenti siano avvenuti in punti non casuali. I vandali hanno colpito all’esterno del Liceo Volta, ma anche all’esterno della Pinacoteca, della Camera di Commercio, della Biblioteca, della “Ciceri” di via Carducci, tutte zone molto frequentate o comunque simboliche. Ma il raid, davvero impressionante per numeri e proporzioni, ha toccato altri punti della città fuori le mura, a partire dal chiosco che si trova nei pressi di Porta Torre.

Tre persone

Detto di via Mentana, i writers – presumibilmente tre quelli in azione – hanno imbrattato anche l’inizio di via Cadorna all’intersezione con viale Carlo Cattaneo (a metà tra Caio Plinio e Conservatorio), ma anche via Petrarca, via Palestro, via Castelnuovo, via dei Mille (vicino alla “Leonardo Da Vinci-Ripamonti”, altra scuola) e poi accanto all’ingresso del “Museo della Seta”, a quello dell’Università e anche il Setificio.

Insomma, facendo un veloce giro per la città abbiamo contato (aggiungendo altri punti del centro storico come via Raimondi, via Natta, via Diaz) poco meno di una trentina di muri imbrattati, tutti senza una firma e con quelle scritte pro Palestina contro Israele e l’Italia. Ancora nessuno dei graffiti è stato cancellato, anche perché la competenza - pubblica o privata - è in capo a soggetti diversi.

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