
Cronaca / Como città
Mercoledì 10 Settembre 2025
Il sindaco attacca: «Se don Giusto va via è un bene per tutti»
La lite Il parroco aveva parlato di politica disumana - Rapinese: «Ha rovinato la qualità della vita a Rebbio. Quando accoglie persone rispetta le leggi sanitarie?»
Con toni e contenuti molto diversi tra loro, il sindaco Alessandro Rapinese e il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca non accettano le parole del parroco di Rebbio, don Giusto Della Valle, pubblicate sul periodico della parrocchia. Il sacerdote, come riportato ieri, ha definito Como «disumana» prendendosela con Comune e Provincia per la loro «risposta quasi nulla» alla richiesta di aiuto per le popolazioni ucraine, con Palazzo Cernezzi per non aver ripreso i contatti con le città gemellate di Nablus (in Palestina) e Netanya (in Israele) e ancora con chi, nel quartiere, si era lamentato degli schiamazzi e della musica proveniente dall’oratorio. «L’intolleranza – ha scritto -si fa strada nei nostri quartieri: è necessario ritrovare umanità».
Dal sindaco Alessandro Rapinese la presa di posizione è molto dura: «Posso garantire - commenta - che a Rebbio non vedono l’ora che a don Giusto trovino un’altra destinazione. I rebbiesi non riconoscono più il loro quartiere e non si riconoscono nemmeno nel suo caotico e disordinato modello di accoglienza e, francamente, appena dovesse essere trasferito, anch’io sarò più sereno considerate le lagnanze che mi continuano ad arrivare dal quartiere. Mi chiedo ancora a che titolo gestisse prodotti commestibili come i cocchi o se tutte le persone che accoglie lo siano nel rispetto di tutte le leggi sanitarie che valgono della nostra Repubblica». E chiude: «Sarò anche un disumano, ma io a Rebbio ho rifatto scuole e palestre, creato spazi sportivi nel parco ma, contrariamente a don Giusto, non ho rovinato la qualità di vita di nessun rebbiese».
Più soft, ma fermo nel difendere l’Ente che rappresenta, Bongiasca: «La Provincia, com’è noto, è oggi un ente di secondo livello e non ha competenze dirette in materia sociale, che spettano principalmente ai Comuni e alla Regione. Questo, però, non ci ha mai impedito di fare la nostra parte. Da diversi anni, infatti, la Provincia mette a disposizione della città un proprio stabile per affrontare l’emergenza freddo, garantendo ai senza dimora un rifugio sicuro e caldo. È un impegno che portiamo avanti con discrezione ma con convinzione, nella consapevolezza che le istituzioni hanno il dovere morale di non lasciare soli i più fragili. Un impegno che si concretizza anche nel dialogo costante con la Curia e con la Caritas. Parliamo di fatti e non di parole».
Bongiasca respinge le accuse: «Considero ingeneroso affermare che dalla Provincia non sia mai arrivato alcun aiuto: la realtà dimostra il contrario. Siamo convinti che il compito delle istituzioni non sia quello di rincorrere slogan o alimentare polemiche, ma di lavorare con serietà e continuità. La solidarietà non si misura nei proclami, ma nella capacità di dare risposte concrete, spesso lontano dai riflettori. Ed è quello che, nel nostro ruolo e con le nostre possibilità, continueremo a fare».
Il sottosegretario all’Interno, il leghista Nicola Molteni, sottolinea due aspetti. «Gli uomini di Chiesa – dice - per il ruolo che hanno, non devono creare divisioni, alimentare polemiche o conflittualità, ma unire, aggregare e creare forme di collaborazione. La rappresentazione che fa del territorio comasco è falsa e distorta. In Italia abbiamo accolto 170mila profughi ucraini mettendo risorse importanti». Il parlamentare aggiunge: «Non accetto che si definisca “disumano” il nostro territorio, che è esattamente il contrario. Si caratterizza dalla capacità di saper fare, ma ha un grande cuore con spiccato spirito di generosità e volontà di mettersi a servizio degli altri cresciuto negli anni. Trovo che parlare di disumanità sia offensivo verso i tanti enti, associazioni e volontari che si mettono a disposizione dei fragili. La sua è una definizione ingiusta e non veritiera».
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