Il sisma in Marocco raccontato da una comasca: «Tutta la stanza ha iniziato a ondeggiare. Con noi centinaia di persone correvano in massa»

La testimonianza Insieme al compagno a Marrakech, Annalisa Lattuada, neuropsicologa al Valduce, ha vissuto in prima persona la tragedia del terremoto che ha fatto più di duemila vittime in Marocco

Le vacanze in Marocco si sono trasformate in un incubo per una psicologa comasca, scappata subito dopo il terremoto.

Annalisa Lattuada, neuropsicologa in forze al Valduce, si trovava insieme al compagno a Marrakech proprio mentre la notte la terra ha iniziato a tremare.

«Dovevamo proseguire il giorno seguente per incontrare dei nostri amici nel deserto – racconta la professionista sanitaria comasca – alloggiavamo nella parte vecchia della città, nella medina, una zona molto tradizionale e antica, ma comunque turistica. Poco dopo che ci siamo messi a letto abbiamo sentito uno strano rumore. Non un boato, ma un rombo forte e continuo. Tutta la stanza ha iniziato ad ondeggiare, gli oggetti uno dopo l’altro sono caduti e sulle pareti si sono formate delle grosse crepe».

La fuga in massa

Poi la fuga all’aperto, giù dalle scale del primo piano e nei vicoli al buio mentre le case attorno iniziavano a crollare, cercando di evitare mattoni e calcinacci. «Con noi c’erano centinaia di persone che correvano in massa – racconta la psicologa – tutti verso la zona aperta della medina, dove c’è più spazio e meno tetti sopra la testa. Ho visto gente che piangeva, anziani in difficoltà, persone accasciate. Tutti raccontavano di abitazioni a pezzi e del crollo di un vicino minareto. È stata una notte davvero lunga. Noi però siamo stati fortunati perché all’alba per tramite di una coppia di amici italiani abbiamo in fretta conquistato un taxi. Abbiamo così raggiunto la parte di Marrakech nuova, dove i palazzi non hanno riportato gravi danni».

Il rientro a Como

Prima una sosta in un hotel, nel tentativo di tranquillizzarsi e riposare. Quindi la domenica un treno per Tangeri, a nord di fronte a Gibilterra, ha definitivamente allontanato dal sisma la comasca. Lunedì il rientro a Como dopo pochi giorni concitati nel bel mezzo di un’emergenza che ha scioccato tutto il mondo.

Nel frattempo in città come in provincia la comunità marocchina, molto radicata, si sta attivando nel tentativo di capire come aiutare il Paese d’origine. Tra Como e Lomazzo esiste per esempio l’associazione “I Ponti” che da tempo si occupa di integrazione, soprattutto al femminile, nel nostro territorio. A livello nazionale anche la Croce Rossa ha aperto una raccolta fondi.

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