
(Foto di archivio)
L’ordinanza I giudici amministrativi negano la sospensiva della sentenza del tar di luglio. Il legale della parrocchia: «Nulla è precluso, negativo il fatto che l’attività resta sospesa»
Como
Il Teatro Nuovo di Rebbio rimane chiuso perché ancora non ha i documenti in regola per le certificazioni antincendio. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato che non ha accolto la richiesta cautelare (quindi un intervento immediato) presentata dalla parrocchia San Martino di Rebbio contro il Comune di Como per chiedere la riforma della sentenza del Tar dello scorso mese di luglio, che aveva respinto il ricorso con cui veniva contestata la chiusura da parte del Comune. Lo stesso Tar si era già espresso a gennaio dello scorso anno, subito dopo lo stop alle attività, negando la sospensiva e richiamando la tutela della pubblica incolumità.
Nel bocciare la revisione immediata della decisione del Tar di luglio, il Consiglio di Stato ha fissato l’udienza di merito tra sette mesi, ma intanto il Teatro Nuovo resta chiuso (almeno finché non ci sarà il via libera alle certificazioni da parte della commissione comunale, dopo l’ok alle deroghe da parte dei Vigili del fuoco regionali).
La camera di consiglio si è riunita a Roma il 28 agosto e ha respinto la richiesta della parrocchia dando ragione al Comune (compensando le spese) e fissato l’udienza decisiva per il 19 marzo 2026. Nell’ordinanza viene spiegato il no alla riapertura immediata: «Considerato che, in disparte ogni ulteriore rilievo e in particolare la questione della configurabilità o meno di un provvedimento implicito di diniego di autorizzazione agli spettacoli, resta inconfutato in punto di fatto che, nonostante le varie richieste e i vari procedimenti di valutazione (di cui un ultimo in corso), manca - allo stato - la certificazione anti-incendio, come confermato dall’ultima documentazione versata in atti dall’amministrazione comunale intimata il 26 agosto». Insomma senza le carte in regola, niente riapertura.
L’avvocato Vincenzo Latorraca, legale della parrocchia guidata da don Giusto Della Valle, commenta dicendo che «non essendo stata concessa l’istanza cautelare il Teatro rimane chiuso, ma il ricorso è valso per ottenere una discussione nel merito in tempi celeri rispetto a quelli usualmente occorrenti nel giudizio davanti al Consiglio di Stato». E aggiunge: «Questo primo risultato è stato conseguito, poi chiaro che c’è il rammarico perché la parrocchia deve attendere ancora per poter programmare l’attività teatrale. Ora aspetteremo il completamento del procedimento amministrativo e, dall’altro, la sentenza. Sentenza che potrebbe essere anche positiva e, a quel punto, il Comune dovrà risponderne. Non è precluso nulla, negativo è il fatto che l’attività resta sospesa».
«Adempimenti completati, si attende la deroga perché è un edificio degli anni ’80»
Il legale spiega inoltre che, dal punto di vista dell’adeguamento della sala, «la parrocchia ha ripresentato il progetto e in gran parte eseguito i lavori e il comando provinciale dei Vigili del fuoco ha dato parere favorevole. Ora siamo in attesa delle deroghe da parte del comando regionale dei Vigili del fuoco poiché stiamo parlando di una struttura degli anni Ottanta che non può essere stravolta. Quando arriveranno le deroghe si tornerà in commissione. Al momento tutti gli adempimenti per poter ottenere il certificato sono stati completati, siamo in attesa delle risposte». Latorraca chiude con una domanda: «Viste le tante strutture non a norma era davvero necessario chiudere l’attività del teatro? Forse ci si poteva muovere in modo diverso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA