Imprese in regime di lockdown
A Como sono 4.108 con 21mila lavoratori

Ristoranti e bar al primo posto poi ambulanti, negozi di abbigliamento ed estetisti - E per chi lavora nei piccoli centri clientela crollata

Sono 4.108 in provincia di Como e 2.096 sul territorio lecchese le attività costrette a rimanere chiuse in seguito all’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ha stabilito la “zona rossa” in Lombardia.

I dati emergono da un’elaborazione dell’ufficio studi della Camera di commercio di Como e Lecco che evidenziano anche come le chiusure interessino il 9,7% delle imprese comasche ed il 9,1% di quelle lecchesi. In entrambi i territori, la maggior parte delle attività fermate sono ristoranti (1.294 a Como e 561 a Lecco), bar (1.288 e 651), commercio ambulante di abbigliamento e calzature (263 e 243) ed attività di servizi alla persona (238 e 119). Per quanto riguarda la forza lavoro, lo stop imposto per decreto sta lasciando a casa in attesa delle riaperture ben 21.849 lavoratori comaschi e 7.716 lecchesi. Sempre per quanto riguarda l’occupazione, a livello regionale, secondo un’analisi condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati di Unioncamere, Inps e Inail, si sono fermati 473.322 lavoratori, ossia il 10% del totale degli occupati nell’economia privata (pari ad oltre 4 milioni e 700mila). L’impatto dell’ultimo Dpcm – precisa la nota del sindacato regionale - incide in particolare sul 95,7% degli addetti del settore sport e intrattenimento (43.179 lavoratori in Lombardia), sul 71,3% dei lavoratori di “alloggio e ristorazione” (241.073), sul 34,3% degli addetti ai servizi alla persona (37.430) e sul 17,8% del commercio (141.930).

I dati non tengono conto degli effetti sull’indotto e sulle filiere, ma si riferiscono, proprio come la stima realizzata dalla Camera di commercio lariana, alle sole attività indicate dal Dpcm come sospese. «L’analisi – ha detto Mirko Dolzadelli, segretario della Cisl Lombardia - evidenzia il significativo impatto all’intervento del Dpcm del 3 novembre sugli addetti in Lombardia di diversi settori, in particolare della ristorazione, commercio, sport e intrattenimento, già fortemente colpiti dalla crisi, e conferma l’importanza della proroga dell’utilizzo di cassa integrazione Covid e del blocco dei licenziamenti».

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