Indennizzo treni, l’ira dei pendolari: «Una vera beffa»

Trasporti Dopo l’addio al bonus ritardi automatico. Cambiano i valori di riferimento: lo sconto è più difficile: «I disservizi adesso sono solo a carico dei viaggiatori»

Addio al bonus ritardi, per i pendolari il nuovo indennizzo «è una beffa», la misura appena introdotta vale solo un terzo di quella precedente. I rappresentanti dei comitati pendolari hanno preso posizione sulla nuova forma di compensazione prevista da TreNord per ritardi e soppressioni. Cancellato il bonus automatico, che valeva il 30% del costo dell’abbonamento mensile o annuale, la Regione ha aumentato il già esistente indennizzo, dal 10% al 30%, un risarcimento che però scatta più di rado perché ha un calcolo meno stringente rispetto al precedente rimborso. Inoltre i singoli viaggiatori devono presentare una domanda per chiedere l’indennizzo, mentre il bonus valeva per tutti in automatico.

«Regione Lombardia ha istituito il sistema del bonus risarcitorio dal lontano 2003 – scrivono i rappresentanti dei pendolari - e ciò ne faceva una Regione all’avanguardia nella difesa dei diritti degli utenti. Il voler essere la “Locomotiva d’Italia” implica anche il dovere di stabilire adeguate misure compensatorie per gli utenti a fronte dei disservizi provocati dall’impresa di trasporti. L’indennizzo attuale, pur portato al 30%, scatterà solo per ritardi superiori ai 15 minuti, invece che i precedenti cinque, le soppressioni parziali continueranno a non essere conteggiate, e, nel complesso, con una frequenza circa tre volte inferiore rispetto al precedente metodo di calcolo».

Così sulle tratte comasche

Sulle tratte comasche nel 2023 il bonus è stato erogato 20 volte, l’indennizzo solo sei. In base alle tabelle pubblicate da Trenord ogni mese con le compensazioni date ai viaggiatori per ritardi e cancellazioni, i rimborsi sono stati riconosciuti sempre, negli ultimi sette mesi, su alcune delle quattro principali tratte che passano da Como. Quindi la Chiasso-Milano, la Milano- Asso, la Como-Lecco e la Como-Cadorna (il dettaglio del grafico). Nella prima parte del 2023 invece il servizio è stato più puntuale e le compensazioni non sono scattate. Il bonus quindi è una misura che viene riconosciuta più di frequente rispetto all’indennizzo. Occorre anche dire che novembre e dicembre sono stati due mesi disastrosi per il traffico ferroviario, quando i disagi ci sono, ma sono meno terribili l’indennizzo non scatta.

«Richieste disattese»

Quindi i rappresentanti dei viaggiatori, regolarmente eletti e riconosciuti dalla Regione, dicono di essere stati «sentiti» il mese scorso dall’assessorato ai Trasporti, ma sostengono anche di non essere stati «ascoltati».

«Disattesa è stata la richiesta di allargare la platea ai titoli di viaggio integrati – si legge nella lettera - riconoscendo l’indennizzo sulla base del concetto di tratta abitualmente frequentata. La ciliegina, non finale ma servita addirittura come antipasto, era già arrivata con la decisione di Regione Lombardia di destinare più di due milioni di euro annui delle penali per finanziare un protocollo sicurezza che nulla attiene con la qualità del servizio e senza garanzie sulla reale efficacia».

«In definitiva, i viaggiatori abbonati pagheranno tre volte i disservizi: quando acquisteranno l’abbonamento, con un indennizzo, da richiedere personalmente, che maturerà assai più difficilmente rispetto al precedente bonus e con uno spostamento delle risorse finanziare delle penali che, anziché ristorare, saranno devoluti a non meglio definiti e quantificati utilizzi».

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