
Cronaca / Como città
Mercoledì 17 Settembre 2025
Infermieri, 249 posti ma 166 domande: anche quest’anno rischio aule vuote
Insubria Nelle tre sedi pochi hanno indicato il corso come “prima scelta” ed è ancora allarme - Aumenta il numero dei lavoratori stranieri. Sesana (Rsa): «Ridare lustro alla professione»
Nessuno vuole fare l’infermiere, un posto su due al corso di laurea resta vuoto. Gli ospedali e le comunità protette fanno sempre più ricorso agli stranieri, nelle Rsa il 50% degli infermieri arriva dall’estero.
All’università dell’Insubria tra Varese, Busto e Como quest’anno sono arrivate 166 domande d’iscrizione al corso di infermieristica che mette a disposizione 249 banchi, 99 di questi a Como. Bisognerà vedere quanti davvero formalizzeranno la domanda, quanti dalle altre lauree più gettonate come fisioterapia dovranno orientarsi verso percorsi diversi, a fine mese si avranno i numeri definitivi.
Classe a metà
Di fatto però la nostra sede, storicamente meno ambita, anche quest’anno rischia di non vedere riempita nemmeno la metà della classe, come già successo l’anno scorso con 42 iscrizioni. Il trend è in negativo ormai da diversi anni,come in tutta Italia. A poco è valso aumentare i posti ai corsi, a Como siamo passati da 75 a 99, le domande sono diminuite. L’Ordine degli infermieri di Como, che rispetto al 2024 perde qualche decina di iscritti alla luce del maggior numero di pensionamenti, calcolava un bacino di 300 infermieri che superata la pandemia sarebbe stato necessario per coprire nel nostro territorio il fabbisogno tra ospedali, ambulatori e Rsa. Questa cifra ormai due anni fa è stata ritoccata a 500 unità, il vuoto però continua ad allargarsi.
Secondo i rappresentanti della categoria occorre dare nuovo lustro alla professione, offrendo opportunità formative e di carriera, oltre che stipendi più competitivi con il privato e la Svizzera. Senza infermieri è complicato per l’Asst Lariana aprire nuovi ospedali e case di Comunità, alle famiglie mancano infermieri a domicilio, le residenze per anziani non possono gestire tutti i letti che hanno a contratto.
«Senza nuove leve avanzano i professionisti stranieri – commenta Mario Sesana, presidente provinciale di Uneba Como, sigla che rappresenta il maggior numero di Rsa – da noi sono ormai il 50%. Non c’è alternativa. Anche il pubblico da anni guarda al Sudamerica, tanti stanno arrivando dalla Tunisia, è stato stretto un accordo con l’India. Tra visti e permessi non è facile, ma oggi è più facile farsi riconoscere il titolo di studio estero».
Dal resto del mondo
La Lombardia l’anno scorso aveva promesso l’arrivo di 3mila infermieri sudamericani, qui non se ne sono visti molti, ma è vero che a Menaggio l’Asst Lariana per suo conto ha avviato al lavoro un gruppo di peruviani, prima ancora ha fatto lo stesso il Valduce, mentre le Giuseppine per assistere gli anziani hanno inserito del personale indiano. Questa, assicurano dal settore, sta diventando una professione sempre meno italiana e sempre più aperta ai Paesi esteri.
E a proposito di iscrizioni ai corsi di laurea tra le professioni sanitarie all’università dell’Insubria va sempre a ruba fisioterapia, 314 domande per 39 posti, bene ostetricia (49 domande per 20 posti), igiene dentale (26 preferenze per 23 posti), tecnico di radiologia (47 per 29), molto male il tecnico della prevenzione con sede a Como (7 domande per 24 posti) una figura che manca in maniera grave all’Ats Insubria per effettuare controlli e sopralluoghi e che le autorità stanno cercando di rilanciare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA