Infermieri, 300 euro in più per non fuggire

Sanità Al Valduce un bonus per tentare di arginare la fuga verso la Svizzera ed evitare di dover colmare altri vuoti. Il segretario generale: «Vogliamo premiare una professionalità importante che soffre una grave e cronica carenza»

Un bonus per gli infermieri, nel tentativo di arginare la fuga verso la Svizzera. Il Valduce ha introdotto un indennizzo per tutti gli infermieri al lavoro in ospedale, la misura scatta ad ogni turno ed è diversificata a seconda dei reparti. In tasca ogni mese agli infermieri arrivano tra i 100 e i 300 euro in più.

Come funziona

Più precisamente sono 14,5 euro a turno per gli infermieri coordinatori e per i colleghi impegnati in Pronto soccorso, triage, emodinamica, angiografica, endoscopia e nel blocco operatorio. Calcolando che in media ogni infermiere copre tra i 20 e i 22 turni al mese sono all’incirca come detto 300 euro in più in busta paga, si tratta di una cifra lorda. Questo incentivo è previsto per gli infermieri che lavorano su tre turni, quindi anche la notte e che coprono i servizi sulle 24 ore anche durante i festivi. In questi delicati reparti d’area critica in genere lavorano gli infermieri che hanno un grado più elevato di specializzazione.

Lo stesso bonus è pari invece a 12 euro per gli infermieri che lavorano negli altri reparti su tre turni. Quindi, limitandoci a qualche esempio, in medicina generale o in neurologia. In questo caso sono circa 250 euro al mese. Infine l’incentivo è pari a cinque euro a turno per gli infermieri che fanno gli ambulatori diurni, al mattino o al pomeriggio, senza notti o festivi. Per loro l’ammontare medio mensile si aggira attorno a un centinaio di euro in più.

L’indennizzo viene riconosciuto dopo il periodo di prova agli infermieri in servizio al Valduce da almeno 18 mesi. Non si tratta, sia chiaro, dell’indennità di confine che il governo e la Regione stanno calcolando per trattenere medici e infermieri negli ospedali e non farli fuggire in Svizzera. Ma certo la ratio usata dal Valduce è simile. L’ospedale a inizio anno ha perso una decina di infermieri dal Pronto soccorso, in buona parte assunti dal Sant’Anna tramite bando. Anche gli ospedali pubblici faticano a reperire questi professionisti e sottolineano come le procedure concorsuali siano troppo lente e macchinose. I presìdi si litigano ormai gli infermieri, questi professionisti sanitari per numeri sono largamente insufficienti a coprire il fabbisogno. I pensionandi sono più dei neolaureati e secondo gli ordini per i prossimi sette o otto anni la carenza proseguirà.

Professionalità importanti

«L’ospedale ha voluto fare uno sforzo con risorse proprie – spiega Mauro Turconi, il segretario generale del Valduce – per premiare una professionalità importante che soffre una grave e ormai cronica carenza. Il tentativo è trattenere e fidelizzare i nostri infermieri, ma anche attrarne di nuovi. Oggi i vuoti che si sono venuti a creare a inizio gennaio sono stati colmati, ma la ricerca è purtroppo continua. Agli incentivi economici aggiungiamo altri benefici, per esempio il posto auto oppure l’alloggio». Per alcuni mesi in attesa di una più stabile sistemazione il Valduce ha offerto gratis un appartamento a dei nuovi infermieri assunti tramite società terze dal sud America.

Secondo i sindacati questo è comunque un segnale, un giusto tentativo da estendere anche al personale medico.

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