Influenza, ospedali di nuovo al collasso: «Al mattino indice del Pronto Soccorso nero, nemmeno rosso»

L’emergenzaAllarme al Pronto soccorso del Valduce per «un grado di sovraffollamento peggiore del solito». Il virus colpisce in età pediatrica, ma preoccupano anche gli anziani fragili: «Vaccinatevi senza aspettare»

È arrivata l’influenza ed ecco puntuali le prime ripercussioni sui pronto soccorso, al Valduce è stato un lunedì nero. L’appello dei medici: «Vaccinatevi».

Dalla fine di novembre il virus influenzale è tornato a circolare con forza soprattutto nella prima età pediatrica. I medici di medicina generale segnalano un crescente numero di contagi anche nell’età adulta. Gli anziani colpiti alla luce delle proprie fragilità rischiano maggiormente di soffrire complicanze tali da arrivare all’attenzione degli ospedali. Purtroppo in corsia la situazione è già tesa, mancano medici e posti letto.

«L’indicatore del Pronto soccorso al mattino era nero, nemmeno più rosso – spiega Nunzio Castiglione, vice direttore sanitario del Valduce – è un grado di sovraffollamento peggiore del solito. Non siamo più stati in grado di assorbire l’arrivo di nuove ambulanze. Per normalizzare la situazione ci vogliono ogni volta diverse ore, prima occorre dimettere pazienti dai reparti interni. Il problema, come già sollevato dai colleghi del Sant’Anna, è la carenza di posti letto». Sempre ieri mattina al Sant’Anna il grado di sovraffollamento del Pronto soccorso era colorato di rosso. Con circa 65 pazienti in coda o in trattamento.

Tanti anziani fragili

«L’influenza comincia a vedersi anche in ospedale – spiega sempre Castiglione – il Covid ha fatto scomparire o quasi per due anni la classica stagione virale, ma ora l’influenza è tornata e con anticipo. Di solito i mesi di dicembre e gennaio sono sempre molto critici, ma già ora ci sono segnali preoccupanti. Soprattutto per i tanti anziani fragili, pluripatologici, a rischio complicanze che non si sono fatti vaccinare. I dati delle coperture della campagna anti influenzale non sono così confortanti». Si sono fatti vaccinare circa quattro comaschi over 65 su dieci, un bambino solo tra i sei mesi e i sei anni. Scarsi i numeri nel resto della popolazione.

Aspettare? Un errore

«Di solito prima della pandemia il picco influenzale arrivava a gennaio – dice Marco Fini, medico di medicina generale in forze in città – adesso la circolazione è già importante. L’abbandono della mascherina e delle norme anti Covid ci sta riportando ad una quasi normalità. Occorre ricordare ai cittadini che il vaccino antinfluenzale è gratis, per tutti, così ha deciso a fine novembre la Regione. Possiamo anche noi medici fare le iniezioni, quest’anno abbiamo molte dosi a disposizione. Aspettare è un errore». «Per fortuna per i pazienti più anziani la campagna vaccinale quest’anno è iniziata due settimane prima – racconta Raffaella Petruni, altro medico al lavoro a Como – abbiamo così messo al riparo un buon numero di assistiti. C’è però come di consueto una fascia della popolazione che rifiuta la vaccinazione o non si interessa». Il Covid per ora ha numeri meno importanti, anche se secondo i medici sono rimasti ormai in pochi a fare i test.

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