Insubria, ci sono voluti dieci anni ma finalmente riapre Santa Teresa. Ospiterà 37 tra studenti e ricercatori

Università Il collegio finalmente torna fruibile. Era chiuso per un intoppo burocratico dal 2013. Progetto per rimettere a nuovo l’ex aula magna del Politecnico: «La attiveremo quanto prima»

Ci sono voluti dieci anni, ma il collegio Santa Teresa questa volta è davvero pronto a riaprire le porte. L’università dell’Insubria sta cercando di restituire alla città anche l’aula magna di via Castelnuovo, con l’incognita delle 500 poltrone.

Nel luglio del 2013 il collegio per studenti ha chiuso i battenti senza preavviso per un mancato passaggio di consegne nella gestione dello stabile, prima assegnato ad un consorzio universitario. L’edificio, di proprietà del Comune, è rimasto a lungo nel limbo per complicati iter burocratici e documenti introvabili. Consegnate le chiavi nel 2016 all’Insubria l’ateneo nel 2019 ci ha ripensato ed ha rinunciato al collegio per mancanza d’interesse. Salvo ripensarci nuovamente pochi mesi dopo.

Disponibili da settembre

«Stiamo tinteggiando, il collegio è pronto – spiega Marco Cavallotti, il direttore generale dell’università dell’Insubria – I 37 posti letto del Santa Teresa saranno inseriti nel bando per l’accoglienza degli studenti presto in pubblicazione». Quindi a settembre matricole e ricercatori potranno dormire nella residenza tra via Borgovico e via Nino Bixio.

Gli altri letti per universitari presenti in città sono in via Zezio, nella residenza La Presentazione, che però è di proprietà del Politecnico. L’Insubria ne ha in uso una parte e vorrebbe trattare l’acquisizione con l’ateneo milanese che ormai ha fatto le valigie da Como. L’immobile ha gran valore, era stato inaugurato otto anni fa dopo una riqualificazione finanziata in larga parte dal Ministero.

L’aula magna

«Proprio alla luce dell’impegno statale crediamo che si possa fare un ragionamento – dice ancora Cavallotti – per noi La Presentazione a Como è l’ultimo tassello mancante». Sì perché l’Insubria a settembre ha acquisito dal Politecnico per 3,9 milioni di euro la torre di via Valleggio. Una costruzione che peraltro necessita di numerosi interventi. Per l’efficientamento energetico dello stabile l’ateneo ha presentato a Roma un progetto da 3,7 milioni di euro. Altri lavori, per oltre un milione, sono già in corso.

Anche l’aula magna di via Castelnuovo, chiusa da sei anni, ora è nelle disponibilità dell’Insubria. «Progetto e gara sono già assegnati – spiega il direttore generale – vogliamo aprire l’aula magna più grande della città il più presto possibile. Dobbiamo però capire se, norme alla mano, dovremo rifare le certificazioni e sostituire le quasi 500 poltrone. L’impegno che ci siamo dati guarda comunque alla seconda metà di quest’anno».

Sempre a proposito di cantieri e lavori pubblici l’università dell’Insubria aveva annunciato durante la pandemia con tanto di rendering la costruzione di un nuovo centro sportivo per studenti in via Carso. In realtà i finanziamenti ministeriali ancora non sono arrivati. Sono più di vent’anni che l’ateneo immagina un futuro per l’area di via Carso, un terreno acquisito dall’ateneo nel 1997 insisteva una tinto stamperia. «Infatti il problema principale è la possibile presenza di amianto nel terreno – dice sempre Cavallotti – dunque nel mese di aprile delibereremo un primo intervento di bonifica, grazie a un milione e 800mila euro di fondi regionali. Fatto questo passo eviteremo ritardi nei progetti futuri».

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