Insubria, nuovo inciampo sui concorsi. Tra i “giudici” due dello stesso ateneo

Università Scelti i commissari per uno dei bandi finiti sotto la lente della Guardia di finanza. Da Bologna due su tre, ma il regolamento prevede che i professori scelti non lavorino assieme

Rischia di incagliarsi di nuovo uno dei concorsi “chiacchierati” e bandito di nuovo dall’Insubria. Si tratta del concorso per ricercatore a tempo determinato in Storia contemporanea, uno di quelli afferenti al dipartimento di Scienze umane e finiti lo scorso autunno sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza.

Ripartita la procedura dopo le dimissioni in massa della commissione, l’8 luglio, all’albo pretorio, è stato pubblicato il decreto rettorale di nomina della commissione. Vengono indicati come componenti i docenti Patrizia Dogliani, ordinaria all’università di Bologna, componente designata dal consiglio di dipartimento del Disuit, Agostino Giovagnoli, ordinario alla Cattolica, e Giuliana Laschi, associata all’università di Bologna. Quindi, due componenti su tre lavorano nello stesso ateneo del capoluogo emiliano. E qui starebbe l’inghippo.

Stando al regolamento dell’ateneo per il reclutamento dei ricercatori, «la commissione è nominata dal Rettore ed è composta da tre professori di ruolo di cui almeno uno di prima fascia, inquadrati nel settore concorsuale oggetto della selezione, appartenenti ai ruoli di atenei diversi tra loro». Il senso è chiaramente quello garantire una pluralità di teste non legate tra loro, così da assicurare autonomia valutativa. Un’anomalia che non è passata inosservata e segnalata all’interno dello stesso ateneo. Dal suo punto di vista, nel decreto, il rettore Angelo Tagliabue sottolinea come, ai sensi sempre dell’articolo 7 del regolamento in materia, «i sostituti dei componenti dimissionari sono individuati scorrendo la lista dei sorteggiabili».

Riavvolgendo il nastro, il 10 dicembre, poco dopo le 12, nella sala riunioni al piano terra della sede di via Ravasi, si sorteggiano le commissioni giudicatrici per i posti da ricercatori in Letteratura italiana contemporanea, Storia contemporanea e lingua e letteratura greca. Tutti e tre i posti sono afferenti al Disuit.

Per quanto riguarda il bando di Storia contemporanea, i commissari hanno cominciato i lavori di valutazione e redatto il verbale con i criteri di valutazione stessa. Dopo meno di tre settimane, la professoressa Daniela Preda, il professor Filippo Maria Giordano e la professoressa Maria Teresa Giusti (quest’ultima commissario designato dal Disuit) hanno formalizzato le loro dimissioni.

I diretti interessati non hanno mai fornito una spiegazione ufficiale: fonti interne all’ateneo hanno fatto risalire la motivazione all’arrivo di una lettera anonima. Non solo, alcuni docenti dell’ateneo, per esempio Giulio Facchetti e Giorgio La Rosa, in due interviste distinte a “La Provincia” hanno sottolineato come queste intromissioni dolose avessero turbato in maniera volontaria i concorsi. Inoltre, da quanto emergerebbe, sui sei concorrenti che hanno presentato le proprie candidature, quattro di questi si sarebbero ritirati prima del tempo, lasciando a concorrere solo due persone. Qui si inseriscono voci e veleni che assocerebbero - in attesa di riscontro - il ritiro delle candidature a una ipotizzata “moral suasion” a fronte della presenza di un candidato ritenuto (a torto o a ragione) più forte di altri. Ora il nuovo rischio di inciampo.

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