«Io, stuprata dai genitori affidatari». Lei ha avuto un figlio con l’uomo, ma sul satanismo pochi riscontri

Locate Varesino La Procura contesta una ventina di episodi tra stupri e riduzione in schiavitù. Dal fascicolo spuntano decine di denunce archiviate e una consulenza negativa sulla vittima

A leggere solo il capo d’accusa, c’è da rabbrividire. Stupri di gruppo, alla presenza di persone incappucciate, in un sottoscala addobbato per messe sataniche. Ripetuti sequestri e violenze avvenute all’interno di un furgone bianco. E poi lesioni nelle parti intime, ferite sulla schiena con il coltello, simboli satanisti incisi sulla pelle. Un incubo durato almeno 16 anni. Eppure, a fronte di accuse da una quindicina di anni di carcere, il giudice delle indagini preliminari di Milano e il pm della direzione distrettuale non hanno chiesto il carcere, ma “solo” il braccialetto elettronico con il divieto di avvicinamento alla presunta vittima. E a ripercorrere i riscontri, la storia che ha spinto gli agenti della squadra mobile di Como a eseguire due misure cautelari a carico di due coniugi di Locate Varesino (lui 66 anni, lei 61), presta il fianco a diversi dubbi.

Ricapitoliamo la vicenda, che abbiamo raccontato già sul giornale di ieri. Marito e moglie, che da oltre vent’anni ospitano in affido minorenni allontanati dalle famiglie di origine (mai nessuno ha denunciato alcunché contro di loro prima d’ora), sono accusati di violenza sessuale di gruppo e riduzione in schiavitù a carico di una ragazza che, poco più che maggiorenne, avevano ospitato a casa loro fin dal 2000. La donna - oggi quarantenne - ha presentato decine di denunce contro di loro raccontando una vita di soprusi e violenze da storia dell’orrore.

Alcuni elementi che fanno dubitare sul comportamento della coppia, in effetti, emergono nell’atto d’accusa della Procura. Ad esempio: il padre affidatario, quando la giovane era ventenne e lui aveva una ventina di anni di più, ha avuto un figlio con la ragazza mentre lei era ospite a casa della coppia. Agli atti spuntano anche certificati medici dai quali emerge la presenza dell’utilizzo di fili di sutura sugli organi genitali della donna e questo, a dire della denuncia, praticati dalla “madre” affidataria dopo le violenze di gruppo nel corso delle cerimonie sataniche.

A carico della coppia ci sono 23 fascicoli giudiziari aperti, ma sono stati quasi tutti archiviati

Al tempo stesso, però, vi sono numerosi elementi che trasformano l’intero racconto in una ricostruzione decisamente meno granitica, rispetto alla mole delle accuse. Ad esempio vi è almeno una consulenza psichiatrica che mette in dubbio la credibilità della donna autrice della denuncia; tanto è vero che vi sono 23 fascicoli giudiziari aperti a carico della coppia quasi tutti archiviati dalla Procura di Como prima e da quella di Siena poi (i fatti sarebbero avvenuti a cavallo tra il Lario e la Toscana).

La donna, in passato, aveva denunciato anche i genitori e il fratello biologico di violenza sessuale, salvo poi ritrarre ogni accusa e la vicenda è sfociata in un’archiviazione dopo ben vent’anni. Senza contare che la stessa accusa, a fronte della mole di procedimenti passati, non si è preoccupata di acquisire tutti gli atti per comprendere com’è andata a finire l’inchiesta o la causa aperta. Anche sul fronte del satanismo gli unici riscontri emersi sono alcuni contatti telefonici che la coppia avrebbe avuto con una ragazza la cui madre, disperata per gli scontri in casa e le continue liti, ha raccontato come la figlia fosse ossessionata dal satanismo. E infine l’esistenza del furgone bianco teatro di innumerevoli stupri, secondo l’accusa, sarebbe dovuta anche in questo caso a un conoscente di un figlio affidato alla coppia. Loro, nel frattempo, sono già stati interrogati. E hanno fornito una loro versione sull’accaduto, cercando di spiegare ogni episodio contestato.

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