
Cronaca / Como città
Mercoledì 09 Luglio 2025
«Io, travolta dall’acqua: grazie ai poliziotti che mi hanno salvata»
Via Scalabrini La testimonianza di Melissa, prigioniera in auto durante la tormenta di lunedì. «Sono stata investita da un’onda e la vettura si è fermata. Costretta a rifugiarmi sul tettuccio»
Como
Ora che la paura - così come il freddo - è passata, Melissa ha la forza di scherzarci sopra: «Nell’elenco delle cose fatte nella vita ora ho spuntato anche la casella “salita sul tettuccio dell’auto per fuggire all’acqua”». Sotto il sole di un martedì pomeriggio cominciato con l’abbraccio assieme ai due poliziotti che l’hanno salvata dalla piena della via Scalabrini, il lunedì sera di tormenta vissuto dalla giovane assume tutta un’altra luce. «Ma, a ripensarci, che spavento».
Il racconto
Lei è Melissa Seghezzi. Lunedì sera verso le 20 stava tornando a casa, quando dal cielo ha cominciato a scendere di tutto: grandine, acqua a secchiate, lampi e saette.
«Via Scalabrini la faccio tutte le sere per tornare dal lavoro - racconta, mentre esce dal meccanico dove ha fatto vedere l’auto alluvionata - Stava piovendo e c’era tanta acqua, ma sulla strada c’era la solita pozza che si forma quando arriva il forte temporale. L’auto che viaggiava davanti a me è passata tranquillamente, dopo poco sono arrivata io, che seguivo a debita distanza. All’improvviso si è alzata un’onda, l’auto ha perso aderenza e ha cominciato a galleggiare. In pochissimi istanti l’acqua ha cominciato a entrare. E il motore si è bloccato».
Melissa era al volante di una Dacia Sandero: «Quindi neppure un’auto bassa. Eppure all’improvviso s’è bloccato tutto quanto. S’è pure innestato il freno a mano. In pochissimo tempo mi sono ritrovata l’acqua all’altezza del volante».
Fuori la pioggia continuava a cadere, mentre via Scalabrini si riempiva sempre più d’acqua: «Riuscivo solo ad avere il controllo fisico della cintura di sicurezza e dei finestrini - prosegue Melissa - Quindi ho tolto la cintura, aperto il finestrino e sono salita sul tettuccio dell’auto per cercare riparo»..
Buio spezzato da qualche lampo, pioggia torrenziale e tanto freddo: «Ero letteralmente ghiacciata» anche perché soffiava pure un vento forte. «Dietro di me c’era un camion della nettezza urbana, io gridavo al conducente: “Chiama i soccorsi”, ma quello non s’è minimamente mosso».
Fortuna vuole che da lì a una ventina di minuti nella zona alluvionata arriva una volante della Questura: «Ho visto l’auto della Polizia e ho iniziato a sbracciarmi. Gli agenti hanno tentato di avvicinarsi, ma neppure loro riuscivano a proseguire». Quindi hanno piazzato la volante sulla rampa della ditta Imat Felco: «Sono scesi, hanno tirato su i pantaloni e si sono infilati in quella melma gelida e schifosa» commenta ancora Melissa. «Per fortuna erano due omoni, molto alti» racconta ridendo la ragazza.
I salvatori
I due omoni sono l’agente scelto Fabrizio Leo e l’agente in prova Alfio Scaletta. «Il ragazzo più giovane mi ha preso sulle spalle e l’altro mi teneva per le mani e mi hanno tratto in salvo così».
Ieri l’incontro in Questura per il grazie e la foto di rito: «Sono stati degli angeli». Poi il pensiero va all’auto alluvionata: «Io credo che, per quanto forte sia un temporale, non sia possibile che una strada che non ha i presupposti per allagarsi si sia trasformata in un fiume in piena. Una cosa pericolosissima» conclude Melissa. «Ora devo cercare di asciugare la mia Dacia... non so neppure da dove cominciare». E regala il sorriso di chi sa essere grato alla vita, nonostante tutto.
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