Istat, test sul sangue in 23 Comuni
Croce Rossa telefona agli interessati

L’obiettivo è scoprire quanti sono venuti a contatto con il virus. Adesione volontaria - Intanto ci si attrezza anche sul Lario per consentire ai guariti di donare il plasma con gli anticorpi

Anche 23 Comuni del territorio comasco, capoluogo compreso, sono coiunvolti nell’indagine Covid voluta dal governo. Nel frattempo qualcosa si muove sulla possibilità di donare il plasma iperimmune.

Istat e ministero della Salute hanno fatto partire questa settimana una indagine per capire quante persone hanno contatto il virus e quante hanno costruito delle difese anticorpali anche in assenza di sintomi.

«Attraverso l’indagine si otterranno informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione – scrive in una nota l’Istituto di statistica - nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica». Il campione designato riguarda un totale di 2.015 Comuni, 150mila individui, la Croce Rossa è mobilitata per effettuare le rilevazioni.

La Lombardia è la Regione destinataria della maggior parte dei test, 20mila i cittadini di 325 Comuni sparsi in tutte le province saranno contattati in questi giorni dagli operatori della Cri. Sul nostro territorio riceveranno telefonate con la richiesta di partecipare all’indagine alcuni cittadini residenti nei Comuni di Albavilla, Arosio, Barni, Bizzarrone, Cadorago, Cantù, Canzo, Carimate, Centro Valle Intelvi, Cermenate, Cernobbio, Como, Fenegrò, Locate Varesino, Lomazzo, Mariano Comense, Menaggio, Olgiate Comasco, Ronago, San Fermo della Battaglia, Tavernerio, Turate, Valmorea.

La partecipazione non è obbligatoria, ma è un aiuto per la comunità. E naturalmente il test è gratis. I centri regionali della Croce Rossa chiameranno al telefono le persone per fissare in un laboratorio selezionato sul territorio appuntamento e prelievo. Verrà richiesto anche di rispondere anche a un questionario sempre di valenza statistica. La riservatezza e l’anonimato dei dati verrà garantito attraverso un codice d’identificazione numerico. Questa indagine corre in parallelo a quella fatta partire da settimane dalla Regione Lombardia attraverso l’Ats Insubria e l’Asst Lariana.

Novità intanto anche per i pazienti guariti, o presunti guariti, che vorrebbero poter donare il plasma utile a curare i malati gravi, come accade in diversi centri della Lombardia. Ad esempio a Sondrio l’Avis ha lanciato una campagna ad hoc. A Varese invece con l’ospedale l’Ats sta promuovendo una ricerca per costruire dei nuovi farmaci anti Covid sempre attraverso il siero dei guariti.

A tal proposito, spiegano dal centro trasfusionale del Valduce, ieri mattina la Regione ha inviato una circolare per iniziare a predisporre il servizio. La possibilità è data prima agli operatori sanitari e ai pazienti ricoverati e quindi guariti. Per donare però serve aver superato la malattia, aver sviluppato gli anticorpi immunizzanti oltre a una certa soglia, aver dunque la certificazione di un test sierologico con la controprova del tampone negativo per dimostrare di non essere più infetti e contagiosi.

A Como, insomma, siamo solo ai primi passi. «Come Avis Como attendiamo direttive – spiega il direttore sanitario Luca Frigerio – ci stiamo preparando».

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