La beffa benzina a Montecitorio
«Dati non reali, adesso si cambi»

Differenze fino a 20 centesimi al litro tra il Ticino e Como città - Butti e Braga: «Modificare il monitoraggio». E Molteni chiama i distributori

Ieri tra Pizzamiglio e Como città la differenza di costo della benzina si attestava fino a un massimo di 20 centesimi al litro. Quattro volte la soglia che dovrebbe far scattare lo sconto abolito, invece, proprio in questi giorni.

Adesso si muovono i parlamentari che, a prescindere dallo schieramento di appartenenza, ammettono che i dati del monitoraggio «non sono reali» e che si deve cambiare. Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni assicura che contatterà Daniela Maroni (la referente dei benzinai) «per capire anche con lei come affrontare questo problema che rischia di avere ripercussioni pesanti sui cittadini in un momento già complicato per il caro bollette energia e gas» e che si attiverà con il Governo.

Il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti ieri ha incontrato diversi gestori di carburante del Canturino e annuncia una serie di azioni: «Da qualche mese- spiega - sto monitorando la situazione della benzina e Como è la provincia dove il costo del carburante self, sia benzina che gasolio, è il più alto in assoluto. Di sicuro rispetto a Bergamo, Brescia, Milano, Sondrio, Varese e Lecco. Ho avvito un’interlocuzione con il ministero dello Sviluppo economico e con quello degli Esteri affinché intervengano per fare in modo che si cambi il “paniere” dei distributori monitorati in Svizzera, aggiungendo almeno un distributore a Pizzamiglio. Su questo presenteremo una mozione ed emendamenti a tutti i decreti che arriveranno anche perché abbiamo la sensazione che i due ministeri non dialoghino». Butti chiederà approfondimenti anche sull’algoritmo che determina «la media dei prezzi in Italia». Inoltre sottolinea che «con i prezzi così alti lo Stato guadagna già molto sull’Iva, almeno rinunci alle accise» e auspica, ad esempio per la città di Como, che paga il non avere concorrenza di supermercati e pompe bianche «una sorta di dazio applicato a tutte le compagnie che in alcune zone operano in regime di monopolio e sul caro bollette stanno diventando miliardarie».

Per il Pd ieri Chiara Braga ha condiviso il fatto che «il meccanismo di monitoraggio attuale non funziona perché non è basato su dati reali» e auspica un intervento «del ministro Giorgetti «che sarà sicuramente attento alle richieste che vengono dalla sua stessa parte politica alla guida della Regione Lombardia».

Infine il leghista Eugenio Zoffili annuncia un’interrogazione per chiedere «le motivazioni che impediscono all’ambasciata d’Italia a Berna di correggere i metodi di rilevazione» mentre il collega Claudio Borghi auspica «un intervento sulle accise».

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