La beffa dei mille posti in più al Sinigaglia

Sinigaglia Il Como secondo in classifica, grande entusiasmo, ma ancora niente ok all’aumento della capienza. Tifosi arrabbiati . Incredibile lo stop: tutta colpa di un riflettore

Speriamo che a Giacarta non se ne accorgano. Chi? Gli Hartono, Suwarso, la cupola indonesiana. Di cosa? Che a Como per aggiungere mille posti in più allo stadio, ci vogliono dei mesi, e si aspettano carte bollate in ritardo, documenti che non arrivano, timbri spariti. Perché, la domanda (pur se retorica) viene spontanea: se per mille posti servono dei mesi, per il mega progetto del nuovo stadio, quanto da penare ci sarebbe?

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Questione di capienza

La questione i tifosi la conoscono bene: tempo fa il Calcio Como aveva ottenuto (a fatica) la possibilità di ampliare la Curva dei tifosi di casa di mille posti, portando la capienza a 7.500. Una richiesta seguita con passione e animo palpitante dai tifosi comaschi, che in virtù dei buoni risultati (diventati ottimi) della squadra azzurra, ogni volta che c’è la partita devono fare una corsa ad accaparrarsi il raro biglietto, con molti che rimangono a bocca asciutta e devono arrangiarsi in altro settore, o peggio, alla tv.

I particolari tecnici li spieghiamo bene e con dovizia di particolari qui sotto. Qui invece ne facciamo un riassunto, perché serve a fotografare una situazione che per forza è destinata a interagire con i progetti in grande del Como. Dunque, ottenuto il via libera sui seggiolini, la società, per essere più realista del re e per dare un segnale ai tifosi, a un certo punto ha pensato di posizionare materialmente questi ulteriori sedioli in curva, fiduciosa che sarebbe arrivato il via libera definitivo. Si era alla vigilia di Como-Lecco. Era novembre. Passato il derby, poi sono passate anche Como-Modena e Como-Palermo, le locuste, le cavallette. «Va beh, l’allargamento ce lo porterà Babbo Natale...», dicevano gli ottimisti a tutti costi. Col fischio. Sabato si gioca Como-Spezia, e i mille posti restano inagibili. La cosa manda ai matti i tifosi più affezionati, che ormai definiscono la vicenda “una barzelletta”.

Una partita di “torello”

Le parti in gioco (Comune, Questura, Prefettura, Cpv, Vigili del Fuoco) hanno fatto quello che, in gergo calcistico, si definisce “torello”, passandosi la palla delle responsabilità e delle decisioni. Almeno oggi, però, possiamo dirvi finalmente cosa ostacola la vicenda: la ostacola un riflettore. «Cooosa?», direte voi. Sì, perché i lavori di adeguamento dello stadio, per metterlo in sicurezza, si scopre che sarebbero tutti inseriti in un unico verbale. Dunque, a oggi, i lavori inerenti all’aumento dei mille posti sono stati tutti approvati (comprese nove nuove telecamere in zona Curva Como, che ci possiamo girare il Grande Fratello), ma manca il parere di Enac sull’altezza del faro vicino all’Hangar, che sarà abbassato (come gli altri), ma serve un via libera. Ora, se i vari interventi avessero avuto un iter documentale separato, ci sarebbe già stato il nulla osta. Ma così, no: serve che sia a posto anche il riflettore. Più altri particolari che, con i mille posti, c’entrano poco, ma tant’è. Dal Calcio Como filtra ottimismo, e la collaborazione con il Comune pare sincera. Ma...

Ma poi c’è anche la beffa. Cioè quello che succede nella vicina Lecco, amplificato dal clima di derby. Lì hanno appena ingrandito il settore ospiti a 1600 posti, in un contesto logistico più problematico di Como. Mentre, di qua, il Sinigaglia ha il settore ospiti più piccolo d’Italia (500) con il divieto di utilizzare anche altri 250 posti che sono già posizionati. La gente si chiede se solo a Como succede questo. E cosa succederà quando, in serie A, si dovrà trovare posto a tifoserie stile Inter, Milan, Napoli, Roma se non riusciamo ad ospitare quelli della Feralpisalò...

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