«La criminalità contro l’economia locale»

La denuncia La presidente del Tribunale: «Incremento di fenomeni di infiltrazione nelle realtà imprenditoriali»

Como

I « fenomeni di infiltrazione criminosa rispetto alla realtà imprenditoriale e societaria locale» hanno «subito, nell’ultimo decennio, una profonda trasformazione» e una crescita preoccupante, «osservabile nell’ambito del settore della procedure concorsuali ed esecutive, ove si riscontra la crescente presenza di compagini economiche nate con lo scopo precipuo, se non esclusivo, di autofinanziarsi mediante la sistematica evasione fiscale».

A lanciare l’allarme è la presidente del Tribunale di Como, Paola Parlati. Lo ha fatto nella sua relazione al Consiglio giudiziario che si riunito in città nei giorni scorsi. La numero uno del palazzo di giustizia lariano dedica una fotografia illuminante dei movimenti criminali sul nostro territorio. A partire dagli appetiti della criminalità attorno al mondo dell’economia.

Criminali che «sfruttano appieno la notoria lentezza del creditore pubblico nel procedere al recupero delle somme di sua spettanza, inquinando il tessuto economico ed alterando le leggi del mercato, per agevolare fenomeni legati a modalità di finanziamento e di riscossione dei crediti estrinseche rispetto al sistema bancario, consentendo il riciclo di denaro di provenienza delittuosa sfruttando i settori terziari all’uopo più adatti», come ad esempio «cooperative di trasporti, di servizi, imprese di movimentazione di merci e materiali, talvolta legati all’edilizia», e sfruttando anche, sottolinea sempre la presidente Parlati, «la manodopera estera che maggiormente sfugge a controlli di regolarità immigratoria e contributiva».

Proprio alla luce di questo quadro, da qualche anno il Tribunale, la Procura cittadina e la Direzione distrettuale antimafia di Milano hanno sottoscritto un protocollo in materia di procedure concorsuali. L’obiettivo? «Consentire la precoce individuazione dei marker criminosi più tipici e, per conseguenza, l’immediato coinvolgimento, da parte di curatori e commissari, degli organi inquirenti, con i quali i citati professionisti devono essere in grado di collaborare, innovando le proprie competenze professionali e modificando le finalità storicamente tipiche del loro operato».

Nella fotografia della situazione attuale del lavoro a cui la magistratura comasca è chiamata, la presidente introduce anche un altro «fenomeno del tutto nuovo e decisamente preoccupante». Il riferimento di Paola Parlati è alla «crescente criminalità giovanile, specie nei Comuni della Provincia comasca di medie dimensioni, oggi spesso divenuti teatro di espansione delle cosiddette “baby gang”, ultima propagine negativa di un tessuto sociale che, perse la solidità e la coesione del passato, manifesta le proprie crescenti criticità già in ambito famigliare e scolastico».

Realtà economia e sociale, dunque, sotto la lente. Con nuove dinamiche criminali a cui far fronte. Così diverse l’una dall’altra ma, allo stesso tempo, così clamorosamente attuali e allarmanti.

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