La guerra del Carducci e le denunce incrociate. La Procura: niente reati

La querelle La battaglia Comune e vertici e associazione. Chiesta l’archiviazione delle accuse per la presidente. «Forgione legittimata nell’attività di gestione del bene»

Como

Da un lato il Comune aveva scatenato Polizia loale e Soprintendenza, per muovere una serie di denunce a carico dell’odiata presidente dell’Associazione Carducci. Dall’altro la rappresentante dell’ente con sede in viale Cavallotti aveva formalizzato una querela contro il sindaco e il suo dirigente per «esercizio abusivo delle proprie ragioni». Alla fine la Procura ha deciso: non c’è alcun reato. «L’attribuzione delle rispettive ragioni sia rimessa al giudice civile».

È destinato a finire in un nulla di fatto lo scambio di accuse, a suon di esposti e denunce alla Procura di Como, tra l’associazione Carducci e Palazzo Cernezzi. E, più precisamente, tra l’avvocato Maria Cristina Forgione, presidente del Carducci, e il sindaco Alessandro Rapinese. Colpi tutti quanti esplosi tra giugno e agosto dello scorso anno.

A cominciare la presidente Forgione, con una denuncia nella quale lamentava come in due occasioni, tra aprile e maggio, personale del Comune avesse posto una catena e un lucchetto all’ingresso del parcheggio dell’immobile di viale Cavallotti in uso al Carducci, impedendo così ai membri di entrare. Inoltre accusava anche i funzionari di Palazzo Cernezzi di abuso d’ufficio, per i vari provvedimenti di sgombero.

Un mese prima il Comune si era già mosso sotto un altro fronte: chiedendo alla Soprintendenza di effettuare un’ispezione al Museo delle Scienze Casartelli, che si trova dentro gli immobili contesti, per verificare le condizioni delle collezioni. Quell’ispezione, condotta anche dai Carabinieri del nucleo tutela patrimonio, è sfociata a luglio in una comunicazione di notizia di reato a carico della presidente dell’associazione per aver eseguito interventi non autorizzati sui beni culturali conservati nel museo. Infine a metà agosto la Polizia locale ha denunciato l’avvocato Forgione per occupazione abusiva di immobili.

La Procura - l’indagine è stata seguita dal pubblico ministero Antonia Pavan - ha deciso di chiedere l’archiviazione di tutte le contestazioni.

Da un lato l’azione dei funzionari del Comune «rientrava nell’ambito della contesa» sorta con l’associazione, e quindi non vi è stato alcun abuso d’ufficio (reato peraltro depenalizzato), mentre per quanto riguarda il posizionamento dei lucchetti, le contestazioni «non permettono di ipotizzare una ragionevole previsione di condanna riguardando il parcheggio, ovvero un’area che non risulta rientrare tra quelle dello stabile sulle quali le due parti esercitavano un preteso diritto».

Dall’altro lato a carico della presidente Forgione non c’è stato alcun dolo, anzi la contestazione «risulta del tutto antitetico con quanto emerge dagli atti del fascicolo, dai quali risulta evidente come l’associazione abbia sempre operato nella convinzione della legittimità della propria attività di gestione». Sul fronte contestazione della Soprintendenza, poi, l’esito dell’ispezione ha dimostrato tutt’altro ovvero «veniva constatato il generale buono stato di conservazione degli ambienti e dei beni culturali e inoltre nell’occasione la presidente Forgione aveva riferito dell’effettuazione di meri interventi di pulitura e di manutenzione degli oggetti da parte dei volontari dell’Associazione stessa». Nessun reato. La contesta prosegue su altri tavoli.

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