La mamma muore di Covid
Figlia di 12 anni “adottata”
dalla nonna e dagli amici

La storia / Un “abbraccio di solidarietà” corale per aiutare una bimba comasca

Una bambina comasca di 12 anni rimasta orfana della madre, uccisa dal Covid. Un’intera comunità che si mobilita per lei e per la nonna materna, così da aiutarla a superare il lutto. I giudici che la affidano alla nonna, proprio in virtù “dell’abbraccio di solidarietà” (così lo definiscono i magistrati) che si è stretto attorno alla bimba.

C’è un retroscena tragico e al tempo stesso di incredibile umanità nelle pieghe di una sentenza di separazione emessa dal Tribunale di Como e firmata dal giudice Nicoletta Sommazzi. Una storia di crisi famigliare, dolore, lutto, ma anche di altruismo e resilienza che inizia cinque anni fa, quando una donna comasca (i nomi devono essere obbligatoriamente oscurati, essendo coinvolti minorenni) decide di chiedere la separazione dal marito. La causa che ne nasce porta alla luce una situazione famigliare difficile. La coppia ha tre figli, che di fronte ai consulenti del Tribunale e ai servizi sociali appaiono turbati, tormentati, per nulla sereni. Nessun maltrattamento fisico né tantomeno abusi, è bene subito sottolinearlo, ma la figura dei genitori - soprattutto quella del padre - viene tratteggiata come inadeguata ed eccessivamente distante dai bisogni dei bambini.

Per questo motivo il Tribunale decide di affidare i minori ai servizi sociali del comune di residenza e di collocarli presso la casa della madre. La quale, alcuni anni fa, decide di cambiare comune di residenza e di trasferirsi dove vive la madre. I figli la seguono nel trasloco. Ma i due più grandi vivono male il trasferimento. Nascono conflitti con la donna. Gli stessi consulenti del Tribunale sottolineano le difficoltà. Fino a quando nell’estate di due anni fa i due figli maggiori chiedono - e ottengono dal Tribunale - la possibilità di tornare nel comune dove vivevano prima della separazione. Il padre, nel frattempo, sembra cambiato. Diventa più presente, più affettuoso, più spontaneo nei confronti dei due ragazzi. E ad aiutare i giovani ci pensa anche la famiglia allargata di lui.

Anche la più piccola dei fratelli, pur triste per la separazione, sembra ritrovare una serenità perduta. Se i due maggiori soffrivano la lontananza dagli amici storici del paese di origine, lei nel nuovo ambiente si trova bene. Allaccia rapporti con nuovi amici. Ritrova la gioia - pur con punte di malinconia, raccontano le sue insegnanti - e la serenità. Sembra anche più libera di esprimere i propri sentimenti, i propri desideri e i propri sogni. E l’andamento a scuola inizia a migliorare sensibilmente.

Tutto questo fino a pochi mesi fa. Quando il Covid entra nelle vite di tutti noi e, in maniera violenta e tragica, in quella della dodicenne: la mamma viene colpita dal virus e muore nonostante non avesse neppure cinquant’anni. A questo punto i giudici del Tribunale di Como, informati tempestivamente del lutto da parte dei servizi sociali, si ritrovano apparentemente di fronte a un’unica strada: riportare la ragazzina nella casa del padre.

Eppure la storia non è ancora scritta. Perché dal paese teatro della tragedia personale di questa bambina, arriva anche un’altra immagine: quella di un’intera comunità che si è mobilitata per lei. Si scopre che attorno alla dodicenne e alla nonna materna si attiva quello che i giudici stessi definiscono come «un vero e proprio abbraccio di solidarietà». Le compagne di classe, i loro genitori, i professori della scuola, il preside si mobilitano per sostenere la ragazzina. Anche il parroco del paese, che era stato molto vicino a madre e figlia nei momenti dolorosi della separazione dagli altri figli, riesce a dare supporto alla giovane, al punto che lei stessa dice: voglio stare qui, con la nonna e i miei amici.

Il finale della storia non è ancora definitivamente scritto. Ma, per ora, il giudici di Como una loro decisione l’hanno presa: fatta salva la possibilità di favorire occasioni d’incontro con il padre, per provare a riallacciare il rapporto, «occorre che restino saldi i rapporti con le figure di riferimento e il territorio» che così tanto hanno aiutato la dodicenne: la nonna, gli amici, la parrocchia, i professori. Una comunità intera, arrivata al punto di adottare idealmente una bimba a cui il Covid ha strappato la madre.

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