La merce contraffatta arrivava a domicilio: ventiquattro i denunciati

Il fatto Sembrava un normale delivery e invece dentro ai pacchi c’erano abiti e oggetti con il brand di noti marchi di moda, ma in realtà erano dei falsi

Consegne a domicilio di pacchi, come fosse un normale delivery oppure un corriere. Dentro però c’erano prodotti contraffatti, ordinati da clienti comaschi con noti marchi sulle etichette che tuttavia uscivano da un giro illecito di contraffazioni su cui ha indagato in queste settimane il Comando provinciale della Guardia di finanza di Como con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria che ha ricostruito e smantellato due filiere produttive del falso, interrompendo un giro d’affari milionario che non toccava solo la nostra città ma un po’ tutta Italia.

Le perquisizioni sono giunte anche in via Napoleona, un un appartamento dove viveva un tunisino regolare di 22 anni. Era lui che, sul nostro territorio, svolgeva il ruolo del “dettagliante”, ovvero di colui che riceveva ordini da clienti (comaschi) per poi fare le consegne porta a porta e di nuovo approvvigionarsi di prodotti prettamente sportivi, tute, scarpe e felpe. L’appartamento è stato perquisito dalla guardia di finanza di Como con anche l’aiuto delle unità cinofile di Ponte Chiasso e nelle mani dei militari sono rimasti i capi di abbigliamento che erano pronti per le consegne.

In tutta italia

L’operazione tuttavia – come detto – è stata molto più ampia e ramificata, portata avanti dalle fiamme gialle di Como con la procura di Milano con lo scopo di contrastare la contraffazione di noti marchi della moda, tutelando nello stesso tempo anche il “Made in Italy”. Impegnati sul territorio, per portare a termine le perquisizioni e i sequestri, ben 80 finanzieri che hanno raggiunto Como, come detto, ma anche le province di Varese, Milano, Firenze, Prato, Napoli e Vicenza. Sono 24 le persone indagate, compreso il giovane tunisino di via Napoleona, ritenuti coinvolti a vario titolo nella produzione e vendita di prodotti contraffatti.

In totale in tutta Italia sono stati sequestrati oltre 30mila articoli contraffatti tra borse, foulard, cinture, calzature, capi di abbigliamento e accessori recanti loghi di note marche ma anche di prestigiose case della moda fra cui Hermes, Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Chanel, Gucci, Prada, Christian Dior, Lanvin, Christian Louboutin e Jacquemus.

Nell’occasione è stato rinvenuto e sequestrato denaro contante per 620mila euro in diversi tagli. Il rinvenimento delle mazzette di contanti è stato reso possibile proprio grazie al fiuto dell’unità cinofila specializzata nella ricerca valuta del Gruppo di Ponte Chiasso, la quale ha scovato le banconote poi sequestrate all’interno di capi di vestiario, valigie, scatole di alimenti e pacchetti di sigarette. Sono state inoltre sequestrate tre autovetture che venivano utilizzate per il trasporto della merce contraffatta.

Cinesi e italiani

Erano due le filiere produttive del falso che erano attive, divise tra cittadini cinesi e italiani. La prima, ramificata in diverse regioni, aveva già alle spalle un notevole know-how che permetteva il confezionamento di capi e accessori di alta gamma in modo autonomo. In un capannone di Milano sono stati trovati anche macchinari, matrici e oltre 1.000 metri di pellame e tessuti tecnici. Sotto sequestro anche un laboratorio domestico, allestito all’interno di un’abitazione sempre a Milano.

Identica era anche la seconda filiera, gestita in questo caso da un italiano che rivendeva tra i 300 e 700 euro prodotti di marca che sul mercato potevano arrivare a costare anche 5 mila euro.

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