La Pasqua del Signore sia dono di pace

Il cardinale Cantoni «La Pasqua porti senno e umiltà a coloro che hanno tra le mani la terribile responsabilità della sorte dei popoli e il potere di sconvolgere il mondo intero»

Stiamo vivendo un tempo attraversato da preoccupazioni e tensioni. Quotidianamente ci giungono notizie tragiche: guerra, terrorismo, povertà, sofferenze indicibili. Eppure, dentro questo scenario drammatico, molto reale e insieme tanto vicino, che abbraccia e si estende fino ai confini del mondo, ecco l’annuncio gioioso e deciso della Pasqua del Signore: Cristo è risorto!

Sembrerebbe il momento meno opportuno per annunciare questa gioiosa notizia. Invece è l’occasione più propizia: Gesù che risorge ci porta in dono salvezza, pace, fraternità, doni di cui sentiamo tutti così tanto bisogno, a livello internazionale, ma anche nelle nostre famiglie e nei nostri ambienti di vita quotidiana.

Gesù risorto, apparendo agli Undici, nelle sue prime parole, esprime il suo augurio efficace: “Pace e a voi!”. È un auspicio che sentiamo nostro, rivolto non solo ai primi discepoli, ma anche a noi, tanto desiderosi di pace, sebbene incapaci di costruirla con le sole forze umane. La risurrezione del Signore ha attraversato i secoli e mostra la sua verità ed efficacia anche nel nostro mondo. Sono numerose, e da più parti, le voci che esprimono un sincero desiderio di pace, ma anche essa, sebbene invocata, sembra fermarsi alla sola dimensione delle parole.

Non ci rimane, come credenti nel Dio della vita, amante dell’uomo, che confidare nella potenza della risurrezione del Signore, che non permetterà che il mondo sia distrutto, perché si possa affermare, ancora una volta, la vittoria del bene sul male, dell’amore sulla violenza, della verità sulla menzogna.

Affidiamoci tutti alla Misericordia di Dio perché possa nuovamente trionfare e il mondo possa essere salvato. In questi giorni che ci hanno condotto alla Santa Pasqua sono rimasto colpito dalle tante persone che hanno partecipato ai momenti di preghiera della Settimana Santa. Famiglie, giovani, fedeli di tutte le età. Abbiamo nelle nostre mani un mezzo potente: quello della preghiera, tanto che lo stesso papa Francesco ci ha chiesto di vivere questo anno in preparazione al Giubileo del 2025 proprio nella dimensione della preghiera.

Sentiamo rivolte a ciascuno di noi le riflessioni che il Pontefice ha scritto di suo pugno per la Via Crucis al Colosseo, in cui il Santo Padre ha messo in evidenza le sofferenze dei tanti “crocifissi” del mondo e in cui ci ha chiesto: “davanti alle sofferenze del mondo, il mio cuore è di ghiaccio, o si scioglie?”. Venerdì Santo, ai piedi del Crocifisso, anche noi ci siamo chiesti: “o uomo, dove sei? Dove stai andando?”.

In questa Santa Pasqua sono tanti i motivi che abbiamo per meditare, senza dimenticare di condividere con le persone a cui vogliamo bene e con le sorelle e i fratelli che incontriamo la gioia dell’annuncio della Risurrezione, che è, prima di tutto, un annuncio di salvezza.

Chiediamo con forza, a Gesù, la grazia della pace: chiediamo che la Pasqua porti senno e umiltà a coloro che hanno tra le mani la terribile responsabilità della sorte dei popoli e il potere di sconvolgere il mondo intero. In verità, la misericordia di Dio, perché possa agire, attende di essere accolta, a sua volta, dall’amore delle sue creature.

Dio infonda sapienza e coraggio a questi nostri governanti, mentre noi stessi ci convertiamo a Lui riconoscendolo il vero Signore del mondo. È a Lui che dobbiamo ritornare perché a Lui solo appartiene il potere di trasformare il cuore degli uomini, rendendoli atti a gesti continui di riconciliazione, non solo tra i popoli, ma anche tra di noi, infondendo continuamente germi di pace, a cominciare dai nostri rapporti in famiglia, nel mondo del lavoro, delle relazioni sociali e perfino nel campo della Chiesa.

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