La tragedia di Corteno e la morte della giovanissima scout. Le urla dei capi: «Uscite!», poi quel maledetto albero

L’inchiesta La Procura di Brescia ha raccolto le prime testimonianze. Per ora nessun indagato. Il bosco è lo stesso della tempesta “Vaia”, nel 2018

Ieri la Procura di Brescia ha raccolto le prime testimonianze degli accompagnatori del gruppo di scout di cui faceva parte anche Chiara Rossetti. Per quanto la scelta - assolutamente obbligata - non faccia che aggiungere pena a una vicenda che più dolorosa non si può, la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ed è questo il contesto in cui si muove la polizia giudiziaria della guardia di finanza bresciana, cui sono delegati gli atti di indagine sul “campo”. Al momento - la tarda serata di ieri - non risultano iscrizioni sul registro degli indagati, e per quanto la speranza sia quella che continuino a non essercene, gli investigatori devono verificare l’eventualità che siano state commesse imprudenze o che siano stati assunti comportamenti tali da oltrepassare un livello di rischio accettabile.

La tempesta e la caduta dell’albero

Per il momento è stato possibile soltanto ricostruire l’esatta scansione degli eventi, attraverso le testimonianze di chi c’era. Hanno riferito che il vento si sarebbe alzato all’improvviso verso le quattro del mattino, dopo una notte in cui aveva senz’altro piovuto ma senza che mai l’acqua avesse destato tra gli scout una particolare preoccupazione. Tutt’altra storia con il vento, in una zona (località Palù, poco sopra l’abitato di Corteno Golgi) che nel 2018 fu letteralmente spazzata dalla famosa “Tempesta Vaia”, quella resa celebre dalle immagini delle foreste rase al suolo in Cadore, e che interessò anche Alpi e Prealpi lombarde, abbattendo 42 milioni di alberi tra Friuli, Veneto, Trentino e, appunto, Lombardia. Quando nella zona del campo del “Como 3” cadono i primi rami, gli accompagnatori lanciano l’allarme e fanno uscire tutte le squadriglie dalle loro tende. Di rami, pare, ne cade più d’uno; sono tre, quattro, forse cinque. Finché un albero si spezza e si abbatte sulla tenda di Chiara e delle sue amiche. Alcune erano già fuori, altre stavano uscendo, per lei non c’è scampo.

Campo sotto sequestro

A Corteno - per la verità non soltanto a Corteno - si dice che in caso di burrasca gli abeti sono maledetti. Cedono per un nulla, a differenza dei pini, che al vento possono opporre ben altra, resistenza.

Naturalmente il campo è sotto sequestro. Lo sono le tende, le attrezzature utilizzate per montarle, sotto sequestro sono finite anche le palafitte sopra elevate che a quanto pare, diversamente da quanto riferito in un primo momento, erano state montate dagli stessi ragazzi di Como. Si vedrà. A chi in queste ore anticipa conclusioni sulla prevedibilità di un evento atmosferico di questa portata, ha già risposto il sindaco di Corteno Golgi, il primo a salire al campo per prestare aiuto ai giovani boy scout: «Non c’era allerta rossa né arancione», ha detto. Come a dire che il colpevole è di nuovo il destino.

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