L’assalto alla pasticceria Vago: patteggiano i tre “basisti”

Il processo All’appello manca ancora un quarto uomo, sospettato di avere fatto irruzione nel laboratorio del locale

Hanno scelto la via del patteggiamento, con una pena che dovrebbe essere compresa entro i tre anni e mezzo, i tre uomini iscritti sul registro degli indagati della procura di Como – pubblico ministero Antonio Nalesso – in quanto sospettati di essere stati parte del gruppo che aveva pianificato il colpo dalla pasticceria Vago di viale Giulio Cesare nella notte tra il 17 e il 18 luglio 2022.

L’accordo sulla pena, dopo l’intesa raggiunta con la pubblica accusa, dovrà ora passare al vaglio del giudice delle indagini preliminari di Como nel corso di una apposita udienza per ratificare il patteggiamento, con data che deve ancora essere fissata.

Nei guai erano finiti tre uomini sospettati di essere stati i basisti (in due casi) e l’esecutore materiale (nell’ultimo caso) dell’assalto fallito alla nota pasticceria del centro. I basisti avrebbero dunque fornito informazioni utili per gli esecutori materiali del colpo: si tratta di Natale Di Terlizzi, 65 anni di Tavernerio, e Michele Ciuffreda, 58 anni di Tavernola, pure lui sospettato di essere il basista, ovvero di aver proposto il colpo agli esecutori materiali. Gianni Vitelli, 72 anni di Colverde, sarebbe al contrario entrato in azione assieme ad un complice non identificato. L’incursione nel laboratorio del Vago era avvenuta di notte, intorno alle 4 e mezza della mattina, quando cioè si stavano preparando i prodotti per il giorno successivo. Due uomini con il volto coperto da un passamontagna, il primo armato con una pistola e il secondo con un taser, avevano sorpreso i due dipendenti al lavoro minacciandoli e immobilizzandoli con delle fascette. Il colpo tuttavia era fallito in modo rocambolesco, visto che la cassaforte dell’attività era stata protetta da una porta blindata (non conosciuta dai rapinatori) di cui i malviventi non avevano chiavi e combinazioni.

Ora, con la scelta di patteggiare da parte dei tre indagati – che tuttavia, come detto, deve ancora essere ratificata dal giudice – le indagini si concentreranno sulla ricerca dell’ultimo uomo che ancora manca all’appello, sospettato di aver fatto irruzione nel laboratorio mentre i lavori erano in corso.

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