L’azienda delle cassette dell’acqua esiste in 300 Comuni, ma solo a Como non ha dovuto pagare il canone per sette anni

Il caso La ditta di Garlate conferma: «Più volte abbiamo chiesto di poter saldare il conto. Senza ottenere risposte. Abbiamo avuto problemi con altri Comuni: ma mai per sette anni»

L’azienda delle cassette dell’acqua esiste in 300 Comuni, ma solo a Como non ha dovuto pagare il canone per sette anni
Uno dei distributori automatici di acqua collocati in città
(Foto di butti)

Il Comune di Como non ha mai chiesto di pagare la tassa sull’occupazione del suolo all’azienda che nel 2016 ha installato le casette dell’acqua. Ciò nonostante diversi incontri e richieste.

La ditta incaricata, al lavoro in oltre 300 Comuni del nord Italia, si trova spesso a dover superare ostacoli e dimenticanze causati dalla pubblica amministrazione. Certo sette anni di ritardo rappresentano una vera eccezione.

Proroghe e scadenze

«Con tanti Comuni abbiamo avuto qualche guaio - spiega Roberto Pozzoni, il dipendente di Imsa che gestisce le relazione con i vari Comuni con cui l’azienda opera – certo di solito sono questioni che si trascinano per qualche mese, massimo un anno. Sette anni, ecco, sono davvero tanti. Noi le casette a Como le abbiamo installate nel 2016. Altrove ci è capitato che dei Comuni non abbiano formalizzato o rinnovato delle convenzioni. Delle commesse magari scadute che non sono state prorogate, pur dovendo continuare a garantire il servizio. Però assicuro che tutti, ma proprio tutti i Comuni dove lavoriamo, anche in assenza di scadenze e contratti ci hanno sempre chiesto di pagare le tasse dovute». Invece Palazzo Cernezzi si è scordato di far pagare a questa azienda la tassa d’occupazione del suolo. Con ogni probabilità si tratta di somme non immense, ma che in realtà non sono nemmeno mai state quantificate.

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