
Cronaca / Como città
Lunedì 15 Settembre 2025
Le parrocchie con don Giusto: «Ha ragione, Como disumana»
Rebbio e Camerlata I portavoce incalzano sul ruolo di Comune e Provincia - «Qui non solo accoglienza. Ma chiediamo la collaborazione della politica»
«Como disumana? Condividiamo totalmente il pensiero di don Giusto: le sue parole un potente stimolo per evitare chiusure». Dopo una settimana di dibattito acceso scaturito da una riflessione pubblicata dal parroco di Rebbio, don Giusto Della Valle, sul settimanale della parrocchia Il Focolare, i fedeli delle due comunità prendono la parola.
Si sono incontrati in una cinquantina, tra rappresentanti dei gruppi di catechismo, della corale, delle iniziative di accoglienza e sostegno ai poveri e anche responsabili pastorali, sabato sera per fare il punto di una discussione ormai uscita dal tracciato che il prete chiedeva di seguire nella riflessione e hanno messo per iscritto la loro condivisione di quel messaggio originario.
«Le sue parole sono state fonte di dibattito e hanno stimolato la nostra riflessione - raccontano - L’assemblea invita tutte le persone a rileggere attentamente il testo originale per coglierne il profondo significato: la richiesta alle istituzioni di assumere una posizione chiara e agire con urgenza di fronte a una situazione internazionale inaccettabile».
Il riferimento va in particolare alla città palestinese di Nablus, in Cisgiordania, con cui Como è gemellata, (ma nella sua riflessione don Giusto parlava anche di aiuti comaschi all’Ucraina e dell’altra città gemella, l’israeliana Netanya). «Negli ultimi mesi - riprendono i parrocchiani - Nablus è stata teatro di continui raid da parte dell’esercito israeliano, con arresti, perquisizioni e uccisioni». Citano anche due episodi violenti che proprio a Nablus si sono consumati: l’uccisione di un’attivista americana durante una manifestazione pacifica e un’invasione dell’esercito israeliano, a fine agosto, che ha provocato 80 feriti. «Eppure davanti a tanta sofferenza ricordiamo come il consiglio comunale del 17 febbraio alla richiesta di esprimere solidarietà alle città gemellate la giunta abbia risposto con un netto no». L’invito mosso all’amministrazione dunque è quello di riprendere i contatti tanto con Nablus quanto con Netanya «dando un segnale di solidarietà e attivazione concreta».
Nello scritto viene ribadito anche quello che è «l’impegno della comunità che in città sperimenta quotidianamente quella “Chiesa ospedale da campo” tanto voluta da papa Francesco». E le attività proposte a Rebbio e Camerlata, specificano i cinquanta rappresentanti della pastorale, non riguardano solo l’accoglienza. Tema quest’ultimo sollevato dal sindaco Alessandro Rapinese e ripreso in questi giorni da alcuni residenti del quartiere che criticano le scelte operate dal parroco, descritte come sacrificate a scapito dell’accoglienza delle persone più fragili e migranti.
«Noi cerchiamo di sanare ogni giorno le ferite dei più fragili, supplendo spesso a funzioni pubbliche» raccontano però i parrocchiani. Dialogo, confronto e ascolto le richieste fatte da don Giusto a Comune e Provincia e reiterate dai fedeli della comunità pastorale Rebbio-Camerlata: «Solo lavorando insieme possiamo raggiungere obiettivi condivisi: garantire a tutti un’abitazione, un lavoro, luoghi di aggregazione, interazione tra culture e dialogo intergenerazionale».
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