L’editorialista inglese innamorato del lago: «Ma quanti difetti»

La storia Edward Lucas ha scritto del Lario sul Times. Da molti anni trascorre le vacanze a Gravedona: «Punti deboli: trasporti, strade e itinerari mal segnalati»

Il lago di Como sul London Times. A scriverne sul giornale inglese è stato Edward Lucas, editorialista che sul Lario trascorre le sue vacanze da tempo. «Io e mia moglie Cristina, mezza italiana, i nostri tre figli e i loro amici, veniamo a Como da molti anni per tutto agosto e a Gravedona i nostri primi proprietari di airbnb ora sono cari amici, Albino Gallo e la sua compagna Alba. Non mi piace guidare, quindi cerchiamo di usare i mezzi pubblici e i taxi se necessario».

Edward analizza il soggiornare sul Lario sotto più aspetti, dai costi in avanti: «Quando parliamo di cibo e bevande, o di alloggio, o di trasporto pubblico, non ci possiamo lamentare. È vero che alcuni posti sono cari, i cocktail da 20 euro al Serbelloni di Bellagio o a Villa Cipressi a Varenna. Ma si paga anche per la vista e l’atmosfera. Ne vale la pena. Alcuni ristoranti sono “trappole per turisti”, ma ciò è vero ovunque (anche a Londra), però stamattina (lunedì, ndr) ho preso un ottimo caffè in riva al lago a Santa Maria Rezzonico a meno di due euro».

Strade e trasporti

Tanti i punti a favore del lago, ma anche qualche neo: «Uno dei punti deboli è il trasporto. Non è solo l’inaffidabilità dell’aliscafo (e la scarsa frequenza anche quando funziona). Il personale è cortese e disponibile, ma i ritardi e l’inaffidabilità sono preoccupanti. Più barche, più rotte, per piacere. E non si tratta neppure del servizio piuttosto scarso degli autobus: il lago di Como è maledetto dall’auto. Se cammini da Santa Maria Rezzonico ai negozi devi percorrere la strada principale. Fa paura ed è pericoloso. Eppure, per poche migliaia di euro, il comune potrebbe costruire una scalinata che scende sulla spiaggia, risparmiando al pedone questo calvario. Forse il problema più grande per i turisti sono i taxi: difficili da prenotare, devi pagare solo in contanti, senza scontrino. Le tariffe sono esorbitanti. Trovo anche sconcertanti i sentieri nei boschi, così mal segnalati. Siamo arrivati a Pianello Lario. Sembrava che non ci fosse modo di scendere dalla nostra villa alla spiaggia senza una lunga e spiacevole passeggiata sulla Statale. Ma con un po’ di “lavoro investigativo” ho trovato un piccolo sentiero non segnalato; dalle dimensioni delle ortiche, penso che siamo i primi a usarlo quest’anno. Un altro esempio? Sopra Gravedona ci sono molti sentieri con viste spettacolari e facili, ma non sono sulle cartine locali, né su quelle dei chioschi di informazione locale. Eppure l’app tedesca Komoot li ha».

Non solo sci nautico

È invece una medaglia al petto il contatto umano: «Entriamo in paese e ci salutano per nome e conosciamo tutti. A Londra usiamo gli stessi negozi da più di dieci anni e nessuno ci riconosce!». Insufficienza per la cura dell’arte: «È straziante arrivare dopo una lunga camminata in una bella chiesa e sapere che ha grandi affreschi ma è chiusa a chiave e non ci sono informazioni su quando potrebbe essere aperta. Da anni cerchiamo di entrare in San Pietro in Costa sopra Gravedona. Grazie all’arciprete, don Francesco Marinoni quest’anno ci siamo riusciti. Ma ogni chiesa dovrebbe avere un cartello che indichi chi ha la chiave e come si può raggiungere questa persona. Molti turisti farebbero volentieri una donazione, anche importante, per vedere i tesori nascosti». C’è anche altro: «Il laicismo e l’urbanismo indifferente in alcuni uffici del turismo. Sono bravi a spiegarti come affittare degli sci nautici o paddle boards, ma sconcertati se mostri interesse per le chiese o per le escursioni a piedi e a Gravedona la Madonna della Soledad è sempre chiusa a chiave e (ovviamente) senza informazioni».

Ci sono poi “stranezze” che saltano agli occhi di Edward: «Tracce persistenti di graffiti fascisti. Ne cito uno nel mio articolo sul Times. Ho vissuto tanto in Germania, che ha coscienziosamente cercato di cancellare ogni traccia degli anni più bui della sua storia».

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